Descritto come la voce della regione dai sostenitori del remain, Michel Barnier è rispettato anche da quelli della Brexit. L’ex capo negoziatore europeo per l’uscita del Regno Unito dall’Ue era considerato il volto dei principi inflessibili dell’Unione, ma sostiene che l’immigrazione sia fuori controllo, tanto che ora i critici sostengono che si sia unito all’ondata populista che prima disprezzava. «Sono stato europeo prima di loro e resterò europeo dopo di loro!», replica lui al Financial Times. Barnier rimprovera alla Corte di giustizia europea di aver ridotto la libertà degli Stati di agire in nome della sicurezza nazionale e di aver ampliato il diritto dei migranti di portare con sé i propri familiari. «Nella Costituzione francese non c’è nulla sulla migrazione, e non c’è quasi nulla nei trattati europei. Per 30 o 40 anni, c’è una sorta di interpretazione che è sempre a favore dei migranti…», segnala il politico francese.



Barnier auspica una discussione a livello europeo: «Dobbiamo creare uno scudo costituzionale [che permetta al diritto nazionale di avere la precedenza], e chiedere al popolo francese di decidere». In altre parole, spera in un referendum e nella creazione di quote annuali di immigrazione. Più che una Brexit per la Francia, potrebbe accadere altro al suo Paese: «Se non lo facciamo – visto che la Brexit era improbabile ed è avvenuta – in Francia potrebbe accadere qualcosa di improbabile: l’elezione della signora Le Pen a presidente». A proposito di Marine Le Pen, aggiunge: «È in grado, come Farage, di nascondere ciò che vuole fare. Ma penso che non abbia cambiato il suo punto di vista».



BARNIER “UK HA SOTTOVALUTATO EFFETTI BREXIT”

Michel Barnier rivendica di essere «l’unico in Francia forse a sapere esattamente perché è avvenuta la Brexit», che è in tema ancora dibattuto nel Regno Unito. «Questo significa che la Brexit non era così chiara. Fin dal primo giorno, i ministri britannici non solo hanno sottovalutato le conseguenze della Brexit, ma neppure le conoscevano». L’ex negoziatore condivide la posizione del leader laburista Keir Starmer, il quale vuole relazioni più strette con l’Ue, può restando fuori dal mercato unico e dall’unione doganale. «Penso che Starmer sia un europeo come me – un patriota e un europeo», commenta Barnier al Financial Times, aggiungendo che il piano di Starmer «sembra essere pragmatico e possibile». Anzi, vorrebbe che si spingesse oltre, includendo un trattato di difesa tra Regno Unito e Unione europea e una road map comune per la pace in Medio Oriente. «Abbiamo – Francia e Regno Unito in particolare, ma anche Italia, Spagna e altri – una responsabilità storica».



Uno dei suoi rimpianti è che il Regno Unito abbia lasciato il programma di scambio di studenti Erasmus, ma «la porta è aperta, soprattutto per l’Erasmus». Di sicuro, «l’Ue di oggi non è più quella che il Regno Unito ha lasciato. Abbiamo iniziato a trarre le lezioni della Brexit». Fiducioso sul ruolo della Polonia sotto Donald Musk, Barnier è favorevole all’adesione dell’Ucraina nell’Ue e sostiene l’idea di Emmanuel Macron di una comunità politica europea, che potrebbe offrire un quadro per relazioni più strette con i Paesi non membri come il Regno Unito. Infine, non si sbilancia riguardo una sua candidatura per la presidenza nel 2027, visto che ha indicato di volere che il suo partito Les Républicains, Renaissance di Macron e altri si coalizzino dietro un unico candidato di centrodestra. «Potrei essere io? Non è questo il problema ora. Per il momento non è una questione di persone».