Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel comprende il desiderio dell’Ucraina di una rapida adesione all’Ue e la elogia per il ritmo con cui sta portando avanti le riforme necessarie, nonostante sia in corso una guerra, ma allo stesso tempo ritiene che la politica delle sanzioni dell’Ue contro la Russia abbia raggiunto i suoi limiti. “Fin dal primo giorno dell’invasione, mi sono trovato più volte di fronte a dubbi sull’unità dell’UE. Un anno dopo, possiamo dire chiaramente che l’unità non è mancata“, la premessa nell’intervista rilasciata al giornale tedesco Welt. Sono stati adottati nove pacchetti di sanzioni e decine di misure a sostegno dell’Ucraina. “Le sanzioni più efficaci sono già state imposte, quelle che riguardano le materie prime della Russia“. Anche se le sanzioni finora adottate non hanno precedenti e puntano a impedire alla Russia di finanziare la guerra, “ogni pacchetto aggiuntivo è progettato per stringere ulteriormente il cappio e bloccare i tentativi di aggirare queste sanzioni“.



Ma andare avanti nello stringere il cappio al collo non è affatto semplice: “Se si è già fatto qualcosa di veramente significativo, ovviamente non si può aggiungere molto altro“. Nel frattempo, Viktor Orban sta organizzando un referendum contro le sanzioni, il presidente bulgaro Rumen Radev ha tendenze filtrasse e in Italia c’è Silvio Berlusconi a far discutere per le sue dichiarazioni su Ucraina e Russia: “Bisogna distinguere ciò che è veramente importante da ciò che non lo è, e ciò che è importante sono le decisioni unanimi“.



CHARLES MICHEL SUI COLLOQUI CON PUTIN

A proposito del processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea, Charles Michel si è detto impressionato dal modo in cui Kiev sta da un lato difendendo il Paese e dall’altro attuando riforme che fino a poco tempo prima sembravano impensabili. “Se manterranno questo ritmo e questa ambizione – e tutto fa pensare che sia così – spero che la Commissione europea presenti una relazione in linea con gli sforzi degli ucraini. Sulla base di tale relazione, gli Stati membri dovranno prendere una decisione. Metterò il punto all’ordine del giorno entro la fine dell’anno“, spiega il presidente del Consiglio europeo al Welt. A proposito della guerra, Michel resta convinto dell’importanza di parlare col presidente russo Vladimir Putin: “Ho continuato a parlare con lui per diversi mesi dopo l’inizio dell’invasione, ma non negli ultimi mesi. Le palesi violazioni del diritto internazionale, come quelle commesse a Butscha, hanno portato a capire che non è più molto utile parlare con lui. Ciò non significa, tuttavia, che io lo vieti del tutto“. A tal proposito, cita Macron e Scholz che hanno ancora contatti con Putin, “anche se a intervalli più lunghi“. Nel frattempo, l’Occidente continua a sostenere militarmente l’Ucraina. “Per quanto riguarda le munizioni, sostengo pienamente ciò che il primo ministro estone Kaja Kallas ha già proposto al vertice UE di Versailles nel marzo 2022: un ordine congiunto di munizioni in modo da poterne produrre di più e quindi consegnarle più velocemente. Accelereremo il lavoro su questo progetto“.



“JET ALL’UCRAINA? SAPETE COME LA PENSO…”

Non è solo la Nato, dunque, ad attivarsi: anche l’Unione europea è in prima linea, come per l’addestramento di 30mila soldati ucraini. Per quanto riguarda i jet militari richiesti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Charles Michel preferisce non commentare la questione. “Chi è particolarmente perspicace avrà probabilmente già intuito come la penso. Tuttavia, esprimerò la mia opinione su questo tema solo quando sarà opportuno“. Al Welt parla anche del forte aiuto che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina, rivendicando il fatto che la Nato non è intervenuta direttamente dopo l’invasione proprio per evitare un coinvolgimento diretto nella guerra, mentre “l’Ue è stata probabilmente la prima a fornire armi, a partire Polonia. Poi si sono rapidamente coordinati con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone e i Paesi del G7“. Di conseguenza, neppure le forniture di armi Usa avrebbero avuto lo stesso effetto senza le armi dell’Ue e del Regno Unito. “Oltre al coraggio del popolo ucraino, questa interazione tra UE, Regno Unito, Stati Uniti e altri partner è fondamentale“.