Michela Marzano, saggista e opinionista è stata oggi ospite di Storie Italiane per presentare il suo ultimo libro in cui narra dello stupro dal titolo ‘Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa’: “Io devo precisare una cosa, il punto di partenza è qualcosa che ho vissuto, avevo undici anni (ha subito una violenza quando era una ragazzina ndr) ero una bimba ed ero in un ambiente protetto, poi è diventato un romanzo – le parole di Michela Marzano in diretta su Rai Uno – perchè volevo che diventasse la storia di tante donne ed ora so che è la storia di tutte le donne, noi abbiamo tutte subite quella violenza, quella molestia, quell’essere state cancellate, il problema della violenza e della cultura dello stupro è tutte quelle volte in cui si acconsente ma non si sa bene a cosa si acconsente”.



Quindi ha proseguito: “Portando in giro questo libro mi sto rendendo conto che ci sono fatti terribili, Palermo e Torino (due casi di stupri di gruppo ndr) sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno generale che ci tocca tutti. Quando noi diciamo ‘no’ perchè deve essere sempre tardi? Perchè un caporedattore deve partire dal presupposto che la giovane giornalista deve cedere? E’ questa la cultura dello stupro ecco perchè dobbiamo convincerci che non è stata colpa nostra, che le scuse non arriveranno, e smettere di aspettare che qualcuno ci consideri importante, perchè quello sguardo ci diceva di essere importante era per ottenere altro e in realtà ci cancellava. La storia di questo libro – conclude – vuole essere un dialogo fra Anna e i giovani per cercare di spiegare ai ragazzi e alle ragazze quello che vuol dire la grammatica delle relazioni affettive”.



MICHELA MARZANO E LO STUPRO, IN STUDIO ANCHE SIMONE DI PASQUALE

In studio a Storie Italiane anche il ballerino Simone Di Pasquale di Ballando con le Stelle: “Indosso una maglietta dell’associazione Terre des hommes e c’è uno strappo che rappresenta le ferite che hanno subito le ragazze. Fanno un lavoro di supporto psicologico e anche azioni vere e proprie. Mi rifiuto di parlare di cultura dello stupro, questa non è cultura e poi c’è proprio una mancanza, questi ragazzi che fanno questi gesti non hanno idea di quello che stanno facendo. Qui manca proprio l’educazione che deve arrivare dalle famiglie, c’è un problema alla base”.

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