Michela Murgia crea polemiche ad arte per vendere più libri? Questa l’accusa pesante che le ha rivolto il quotidiano “La Verità”. Il giornalista Marco Lanterna parla di una tecnica perfetta per farsi pubblicità, quella cioè della «polemica a orologeria». Consiste nel denunciare di essere sotto l’attacco degli haters quando sta per uscire un nuovo lavoro. Secondo “La Verità” è Roberto Saviano il personaggio che meglio sa «sfruttare la polemica a mo’ di volano commerciale». Ma per Lanterna un’altra autrice «molto scaltra nell’utilizzo della reclamistica offerta dalle polemiche social» è appunto Michela Murgia. La scrittrice giorni fa ha denunciato su Facebook tutti gli insulti ricevuti via social, sostenendo che ciò è dovuto alle sue opinioni politiche scomode e imparziali. Inoltre, ha spiegato di aver sopportato in silenzio queste offese per oltre un anno. In quei giorni usciva il suo ultimo libro, un saggio focalizzato su temi affini a quelli della sua denuncia. Il sospetto del quotidiano è legato anche al fatto che il lungo post si conclude con un riferimento proprio al titolo del libro.
LA VERITÀ CONTRO MICHELA MURGIA “CREA POLEMICHE PER VENDERE LIBRI”
In pochi giorni il libro di Michela Murgia è schizzato in vetta alle classifiche di vendita. La tesi de “La Verità” è che per i sostenitori della scrittrice l’acquisto del libro sia un modo semplice e materiale per esprimerle solidarietà e vicinanza. Il giornalista Marco Lanterna ritiene che «l’esborso per un libro si è tramutato per loro in una sorta d’imperativo etico, di gesto altamente civico, e ciò per la gioia (e le tasche) dell’autrice». E sostiene che Michela Murgia sia pure recidiva. Il riferimento è ad un libro precedente, “Istruzioni per diventare fascisti”, lanciato nello stesso periodo in cui fece delle esternazioni polemiche sul tema. «In tal modo, la copertura mediatica è di riflesso garantita e per giunta a costo zero». Se dunque un tempo si andava in tv per pubblicizzare il proprio libro, ora invece – sostiene “La Verità” – «la marchetta la si fa pagare alla Rete e al suo tam tam vorticoso di forum, condivisioni, follower e hater».