No al semipresidenzialismo de facto con Draghi al Quirinale proposto da Giancarlo Giorgetti, sarebbe troppo anche per la Costituzione

: tranchant Michele Ainis ai microfoni di Huffington Post. Il costituzionalista ha spiegato che è impossibile eleggere un super-presidente senza dichiararlo: «Una cosa è la fisarmonica nell’interpretazione delle competenze istituzionali, un’altra è ipotizzare un cambio di regime».



Michele Ainis si è poi soffermato sull’ipotesi di Draghi al Quirinale con un profilo di sua assoluta fiducia a Palazzo Chigi: «Premesso che non credo che Draghi interpreterebbe il suo ruolo fuori dai limiti, il rispetto della Costituzione in ultima analisi è demandato ai cittadini e agli attori politici. Mi spiego: se il governo varasse un decreto per fucilare chi si chiama Ainis, il Parlamento lo convertisse, la Consulta lo validasse e nessuno proponesse un referendum abrogativo, alla fine Ainis verrebbe fucilato anche se la Carta vieta la pena di morte».



MICHELE AINIS SUL CASO DI TRIESTE

Michele Ainis

si è poi soffermato su un altro dossier molto delicato, ovvero l’ordinanza del prefetto di Trieste sul divieto di manifestare in piazza Unità dopo le proteste no vax e l’aumento dei contagi. L’esperto ha sottolineato che il diritto alla salute prevale come interesse collettivo su altre libertà: «Un anno fa nemmeno uscivamo di casa, figurarsi se andavamo ai cortei. Ed è altrettanto ovvio che la legittimità di un intervento che comprime la libertà dipenda dalla situazione di fatto: si agisce a Trieste dove i contagi sono più alti e non, per dire, a Messina dove sono più bassi. Sarebbe stato invece illegittimo e discriminatorio proibire manifestazioni sulla base dell’oggetto: off limits i No Vax, sì i ragazzi sul clima».