Michele Ainis, costituzionalista, è intervenuto nella tarda serata di venerdì 5 novembre 2021 ai microfoni della trasmissione di Rai News 24 “È già domani”. In collegamento audiovisivo, l’esperto ha innanzitutto bocciato la suggestione espressa in settimana da Giorgetti circa un possibile Draghi “super presidente”: Presidente della Repubblica e presidente del Consiglio sono cariche monocratiche e non possono essere rivestite contemporaneamente dalla stessa figura. Il presidente della Repubblica in Italia non ha potere di governo, ma consente agli altri poteri di funzionare, tant’è vero che se c’è un blocco si va allo scioglimento anticipato delle Camere. È il meccanico, insomma, mentre il presidente del Consiglio è il pilota”.

In merito a quanto accaduto in Turingia, dove il governatore ha minacciato che, se gli ospedali andranno in affanno, i non vaccinati contro il Coronavirus saranno mandati a curarsi altrove, Ainis ha dichiarato: “Sarebbe come dire che se hai una cattiva dieta alimentare e ti viene il colesterolo alto te lo curi da solo, perché non sei stato attento nella tua dieta. Non curare i non vaccinati non sarebbe costituzionale, dal nostro punto di vista”.

MICHELE AINIS: “IL GREEN PASS È UNA LINEA MEDIANA CHE CONCILIA DUE POLI OPPOSTI”

Uno degli slogan dei no Green Pass è “libertà” e, a tal proposito, Michele Ainis ha asserito a “È già domani”: “La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. Nella Costituzione ci sono tanti diritti e tanti princìpi, va letta tutta. Tra i due estremi, ovvero il ‘liberi tutti’ oppure ‘vaccino obbligatorio’, il Green Pass è una linea mediana che cerca di conciliare questi due poli opposti e che, senza il siero, permette di continuare a svolgere la tua attività”.

Infine, il costituzionalista ha espresso un parere sulla nostra società, definendola “malata”, perché “è una somma di solitudine, basta pensare al rapporto con la tecnologia: ci sei, ma non ci sei. Le amicizie sono virtuali. Questa frattura della comunità ha riguardato la crisi dei partiti, dei sindacati, delle chiese. Poi è arrivato il Coronavirus che ci ha chiuso in casa e abituato a guardare l’altro come un untore”.