Michele Ainis, noto costituzionalista, ha rilasciato un’intervista ai microfoni della testata giornalistica “Huffington Post”, provando a commentare il caos connesso al tema vaccini e Green Pass. Innanzitutto, ha manifestato il proprio parere favorevole alla vaccinazione obbligatoria per gli insegnanti e per chi guida gli autobus, ma, a suo dire, bisogna fare attenzione a parcellizzare le misure, perché è “una catena che alimenta conflitti politici e confusioni. Come quando si poteva uscire i giorni pari, stare chiusi nei dispari, vedere la fidanzata il lunedì e un congiunto la domenica. Draghi deve ragionare su categorie generali e prendere le misure conseguenti”.

In merito ai docenti, l’obbligo vaccinale è per Ainis legittimo, ma ad alcune condizioni: “C’è un’analogia con l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. Si tratta, in qualche modo, di situazioni in cui ciascuno non sceglie liberamente di trovarsi, ma si trova obbligato. Quest’analogia spiega perché l’obbligo sarebbe legittimo, secondo l’articolo 32 della Costituzione, purché stabilito attraverso una legge o un atto con forza di legge e rispettando un canone di ragionevolezza”.

MICHELE AINIS: “NO OBBLIGO VACCINALE PER STUDENTI”

Secondo Michele Ainis, però, per gli studenti non sarebbe giusto introdurre l’obbligo vaccinale, in virtù del principio di fondo secondo cui, quando ci si trova a ricevere una prestazione che ha un connotato pubblico, chi la somministra non può essere pericoloso per la salute altrui. Per quanto riguarda la sentenza del tribunale di Modena, che ha decretato che l’azienda può sospendere dal servizio chi non vuole vaccinarsi, in base all’articolo 2087 del codice civile, Ainis rileva che la Costituzione, agli articoli 16 (libertà di circolazione) e 32 (diritto alla salute), dice che si possono stabilire restrizioni per motivi di sanità, ma per legge o atto che abbia forza di legge che deve comunque avere requisiti di ragionevolezza.

“Di fatto, c’è un obbligo vaccinale per la popolazione adulta e siamo al record europeo dei vaccini obbligatori per i bambini – ha sottolineato il costituzionalista –. In ogni caso, però, se un valore sovrastasse tutti gli altri, avremmo quella che Carl Schmitt chiamava la ‘tirannia dei valori’. Il nostro codice civile prescrive la fedeltà coniugale, ma in nome di questo valore non è affatto lecito tagliare una mano all’adultera, come avviene altrove”.