Michele Bravi è tornato a parlare dell’incidente stradale del 22 novembre 2018, a Milano, in cui è morta Rosanna Calia, che era alla guida di una moto. Lo ha fatto a “Belve”, dove Francesca Fagnani ha svelato un retroscena: “Quando ci siamo visti, lei non mi ha chiesto assolutamente di non parlarne, mi ha chiesto solo delicatezza”. Il cantante ha, quindi, spiegato come è cambiata la sua vita dopo quella tragedia. “Quell’evento lì che ho vissuto con un’attenzione non richiesta ha avuto delle ripercussioni fisiche fortissime, perché ho conosciuto cosa vuol dire vivere non aderendo al reale. Ed è una cosa su cui adesso devo lottare costantemente, essere sicuri che le cose che vedi siano le cose che succedono, le cose che senti siano le cose che effettivamente nel mondo emettono suono”.
Michele Bravi ha fatto riferimento alle allucinazioni visive e sonore di cui ha sofferto. “Guarda, ero convinto di aderire reale, ma lo stimolo che ricevevo era talmente tanto di negazione all’orribile realtà che stava succedendo intorno a me, che in qualche modo la mia mente ha avuto il bisogno di riscriverla”. Quindi, si era innescato un processo mentale per il quale non aveva più contatto con la realtà. “Questo si traduceva in tanti modi perché c’era il silenzio verbale. I suoni non non entravano nella mia testa. Se in quel momento tu mi avessi parlato, io ero assente, io non ero lì. Quando sono tornato da quel viaggio non ero più la stessa cosa”.
MICHELE BRAVI: L’INCIDENTE E IL PATTEGGIAMENTO
Michele Bravi non ha nascosto di aver vissuto un momento, dopo l’incidente stradale, in cui dolore e depressione hanno preso il sopravvenuto e ha fatto pensieri drammatici. “Sì, e anche tanto pericolosi”. Nell’intervista resa a Belve ha svelato una cosa che non ha raccontato a nessuno, perché troppo intima. “Quando ti parlavo di allucinazione, è che io veramente pensavo che stessimo tutti in un sogno e per me l’unico modo per svegliarsi era annientarsi, quindi a un certo punto ho proprio sperato che le persone che amassi morissero insieme a me”. Il cantante ha spiegato che ciò era dovuto al fatto che pensava di averle portate in un incubo, “di averle trasportate in un viaggio che non desideravano e che era causato da me”. Ma questo era un desiderio che andava oltre la sua persona. “Ed è quello forse il pensiero più triste che mi porto dentro”. Michele Bravi ha parlato anche del patteggiamento. “Io se non fossi stato la persona che sono, probabilmente avrei scelto altre vie. Però allo stesso tempo, cioè un pensiero umano, per cui non sono sicuro se quella cosa che ho detto prima è giusta, che a un certo punto devi decidere che il male va bloccato, che serve silenzio per affrontarlo e delle volte la legge lo fa quel rumore lì”.