Il 22 novembre 2018, la vita di Michele Bravi è cambiata per sempre. Coinvolto in un incidente in cui ha perso la vita una donna di 25 anni, il cantante è caduto in un vortice di dolore che temeva di non riuscire a superare. Sono stati mesi difficili nel corso dei quali Michele Bravi ha perso tante persone, ha rischiato di perdersi per sempre fino a quando, un giorno, ha deciso di reagire per riprendere in mano la propria vita. «Tante cose non le ricordo nemmeno, ma ci sono stati tanti miei atteggiamenti, tanti modi di comportarmi che non riuscivo a tradurre. Ho cercato di rimanere a contatto con il reale, ma è stato impossibile. Un crollo totale», ha raccontato in una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, nel numero in edicola fino al 4 marzo. Per Michele Bravi è stato un periodo duro durante il quale ha dovuto fare i conti con «allucinazioni visive e sonore. È difficile da far capire. Avevo perso completamente il confine tra quello che era reale e quello che non lo era. Non riuscivo neanche più a capire se chi mi stava vicino era vero o no. Più vero di altre cose che vedevo o sentivo. Ho avuto paura di impazzire».



Michele Bravi: “mi sono salvato andando in terapia”

Sono tante le persone che Michele Bravi ha perso nell’ultimo, difficile periodo durante il quale l’unico che riusciva a capirlo era un ragazzo che era al suo fianco. «Quando sono tornato a casa, dai miei genitori, c’era solo una persona con me. Mi stavano accanto tutti, ma non sapevano come interagire con quel male che si stava manifestando in maniera così diretta. Avevo difficoltà a recepire i messaggi. Ci riusciva solo questa persona che mi ha costretto ad andare in terapia», racconta a Vanity Fair, ma chi è questo ragazzo? «Quando sono tornato a casa, dai miei genitori, c’era solo una persona con me. Mi stavano accanto tutti, ma non sapevano come interagire con quel male che si stava manifestando in maniera così diretta. Avevo difficoltà a recepire i messaggi. Ci riusciva solo questa persona che mi ha costretto ad andare in terapia», spiega. Oggi, questa persona, non c’è più nella vita di Michele il quale, tuttavia, lo ringrazierà sempre per averlo aiutato nel momento più difficile.



Michele Bravi: “ho chiesto di patteggiare per chiudere un ciclo di dolore”

Oggi, Michele Bravi, sta meglio anche se «il percorso è ancora lungo. Parlare del futuro è pericoloso, ma ho imparato che nel buio si può vivere. Oggi sono più lucido». Per chiudere definitivamente la vicenda, lo scorso 23 gennaio, ha chiesto il patteggiamento. Una scelta che l’artista ha preso per voltare definitivamente pagina anche se quel dolore farà sempre parte della sua vita. «Mettersi a fare un processo pubblico nei confronti di qualcuno che non c’è più e far subire quel dolore a chi quella persona l’ha persa è una cosa che non farò mai. Ogni volta che si rievoca quel giorno per me è come mettere su un piatto comune qualcosa di molto privato. Prendersi la colpa è la scelta di questa consapevolezza. Mi interessava poter chiudere, almeno legalmente. Per interrompere questo ciclo di dolore», racconta ancora a Vanity Fair. Tutto si deciderà nell’udienza dell’11 marzo. Quel giorno, Michele Bravi si augura di chiudere tutto perchè «non ho interesse a lottare per anni rispetto ai tempi della giustizia. Sono tutelativi, ma ogni rinvio è un pugno sullo stomaco. Per me e per l’altra famiglia. In quell’incidente abbiamo già perso tanto», conclude il cantante che il 20 marzo pubblicherà il nuovo album La geografia del buio.

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