Non si è fatta attendere la replica di Michele Bravi a Vittorio Sgarbi, che ieri si è reso protagonista a “Dedicato” di una serie di affermazioni a dir poco discutibili. In un clima che lo era altrettanto, perché sgradevoli non sono state solo le parole del noto politico e critico d’arte, ma anche le risate dei presenti in studio, con la conduttrice Serena Autieri che solo in un secondo momento ha provato ad intervenire, ma non come meritava la situazione. Ci ha pensato però il cantautore a rispondere per le rime, ma con l’equilibrio e l’eleganza che lo contraddistinguono da sempre.
«Non amo dare spazio o voce a persone che ignorano la bellezza della libertà di espressione individuale», ha esordito in una storia pubblicata su Instagram. Poi il velato riferimento alla conduttrice: «Né tantomeno demonizzare una risata imbarazzata dovuta all’imprevisto di una diretta». Quindi, Michele Bravi ha pure invitato i suoi fan a non alimentare la polemica: «Non farò nomi e vi invito a non andare a scavare».
MICHELE BRAVI: “DA IERI MI MANDATE VIDEO MA…”
«Visto che da ieri mi state mandando un video di una trasmissione dove si accusa la mia eccessiva femminilità», Michele Bravi ha voluto cogliere uno spunto, quello per dire una cosa molto importante. «Sono orgoglioso di dare voce a un approccio non giudicante dell’individualità. Non smetterò mai di dire con la mia musica “siate completamente voi stessi”». Il cantautore ha precisato che non si tratta di una lotta che riguarda esclusivamente la comunità LGBTQI+, ma «ha a che fare con la possibilità di rutti di raccontare al mondo i propri colori».
Quindi, visto che è «un segno di civiltà rispettare e accettare opinioni altrui diverse dalla propria», Michele Bravi ha voluto anche sottolineare che è però «un peccato lasciare che giudizi medievali limitino la vostra creatività». Quindi, ha concluso il suo intervento sui social con un appello ai fan: «Siate creativi sempre». Ma è anche la dimostrazione lampante che ci si possa difendere da un attacco con forza ed educazione, per archiviare una vicenda che non aveva neppure motivo di esserci.