A quasi 10 anni di distanza dalla condanna in via definitiva impartita nel 2015 (e confermata nel 2018 in Cassazione) a Michele Buoninconti, l’uomo ormai 54enne sembra essersi avviato nel migliore dei modi verso quella strada riabilitativa che dovrebbe – con un condizionale d’obbligo – essere centrale nel sistema carcerario. Negli anni infatti, continuando a dirsi innocente per l’omicidio di Elena Ceste, che all’epoca dei fatti era sua moglie, ed auspicando che la sua condanna venga riesaminata ancora una volta, Michele Buoninconti ha trovato il tempo per dedicarsi allo studio e sostenere – sempre chiuso nelle fredda e buia cella del carcere di Alghero – tutti gli esami della facoltà universitaria di Economia e Commercio.
Così (come ha confermato il suo avvocato citato da alcuni organi di stampa), l’uomo tra un esame e l’altro è riuscito a conseguire la laurea, con una valutazione di 100 su un massimo di 110. La cerimonia si è tenuta ovviamente all’interno del carcere e a Michele Buoninconti è stata concessa la presenza di una piccola cerchia ristretta di familiari e seppur la laurea non dovrebbe cambiare in alcun modo il suo status di detenuto, potrebbe giocare un ruolo positivo in una futura richiesta di misure alternative alla detenzione o – addirittura – di sconto per la sua pena.
Il caso di Elena Ceste, uccisa nel 2014 dal marito Michele Buoninconti
Insomma, Michele Buoninconti è diventato dottore e si è laureato in Economia e Commercio, mentre a distanza di poco più di 10 anni dall’omicidio di Elena Ceste continua a dirsi innocente al punto che la ricostruzione dell’accaduto è affidata solamente alle indagini degli inquirenti e alle parole dell’accusa. Di certo c’è che la donna sparì misteriosamente il 24 gennaio del 2014, all’età di 37 anni e lasciando dietro di sé – oltre ovviamente al marito Michele Buoninconti – anche tre figli ai quali era affezionatissima.
Proprio le loro parole hanno aiutato gli inquirenti ad escludere l’ipotesi di un allontanamento volontario e dopo il ritrovamento del cadavere della donna – ben 9 mesi più tardi – il cerchio si è stretto ben presto attorno al marito, caduto più volte in contraddizione nelle sue dichiarazioni rese alla polizia. Un anno esatto dopo la scomparsa di Elena Ceste il cerchio attorno a Michele Buoninconti è diventato un paio di manette e l’ipotesi accusatoria mossa dagli inquirenti è che l’avrebbe uccisa per via della sua eccessiva gelosia e di alcuni tradimenti che la stessa gli aveva confessato.