Michele Cucuzza, oggi conduttore di Telenorba, torna su Raiuno per raccontarsi ai microfoni di Io e Te tra vita privata e professionale. Giornalista prima e conduttore poi, Michele Cucuzza, come spiega il padrone di casa Pierluigi Diaco, è stato il capostistipite di un nuovo tipo di conduzione, capace d’unire la professionalità di un giornalista e l’ironia di un conduttore. “Sei stato il primo a dare una chiave di conduzione giornalistica seria e semiseria nei programmi della Rai”. “E’ stata la Rai a darmene la possibilità, ma come hai detto tu, non tutti erano contenti. Prima non era una cosa consueta. Io che ero stato a Calcutta per il funerale di Madre Teresa, avevo seguito il lutto dell’Inghilterra per Lady Diana, mi sono poi ritrovato in tv. All’epoca ci rimanevo male perchè facevo tutto in buona fede e cercando di fare bene. Mi feriva che qualcuno pensasse che facessi cose frivole. Adesso, nessuno ci farebbe mai caso”, confessa Michele Cucuzza.
MICHELE CUCUZZA DIFENDE BARBARA D’URSO E LA SUA TV
Uno dei grandi successi di Michele Cucuzza è stato un programma storico della Rai come “La vita in diretta” che ha fatto storia con il tormentone “ciao Michele”, ma come è nato tutto? “La vita in diretta è stato sin dall’inizio un programma corale. Gli inviati, per introdurre il collegamento, hanno cominciato a dire ‘Ciao Michele’ e da lì è cominciata la satira. Era una cosa molto naturale”, spiega. Pierluigi Diaco, approfittando di un profondo conoscitore della televisione come Michele Cucuzza, chiede un parere sulla tv della concorrenza. “Da telespettatore, quando vedi la concorrenza, senza voler dare le pagelle al lavoro degli altri e senza citare nessuno perchè non è il caso di farlo e sarebbe inelegante, ma un certo tipo di televisione del pomeriggio, della mattina, della fascia diurna che, in qualche modo, racconta l’era dei giorni nostri, faccio un nome, Mark Caltagirone, è una televisione che ti appassiona?”, chiede Diaco. “Ma certo, io amo tutta la televisione, mi incuriosisce e la seguo tutta. La storia di Mark Caltagirone è inutile che tanti si mostrano con la puzza sotto al naso. E’ una cosa importantissima non avere capito che gli italiani sono appassionati di quello che io, mi permetto di chiamare gossip investigativo”. “Io dissento anche se ne capisco il vaore. Non sono snob e ho frequentato quel tipo di televisione e quindi non sputo nel piatto in cui ho mangiato, ma devo dirti che quel caso mi ha colpito particolarmente perchè il fatto che le due signore e l’attrice siano complici di questa fuffa che hanno montato, lo rende un po’ più volgare”, replica Diaco. “Il programma che si è occupato di Mark Caltagirone è intrattenimento e l’intrattenimento si rinnova, dev’essere continuamente aggiornato e questo ha funzionato. Noi dobbiamo capire che c’è un pubblico a cui piace questo tipo di intrattenimento”, ha concluso Cucuzza.