“Le parole possono essere mattoni per costruire case di memoria” dice Michele Gazich durante il suo concerto all’alba il 2 ottobre 2022 presso l’abbazia di Fontanella a Sotto il Monte e la musica, mi permetto di aggiungere, conferisce alle parole di volare alte e di andare lontano. E così veniamo a sapere di Alice, ebrea, prigioniera all’isola di San Servolo, in un manicomio e il suo grido che si voleva tenere nascosto viene intercettato dall’animo assetato di verità di Michele Gazich che poco prima della pandemia ‘si isola’ a scrivere proprio sull’isola di San Servolo studiando gli archivi del manicomio.



Pier Paolo Pasolini, ricordato dalle parole di Davide Maria Turoldo in Friuli al secondo funerale privato dello scomparso scrittore.  Claudio Lolli, amato e stimato da Gazich, Franco Battiato, che ha ricordato attraverso una canzone. Lode  all’inviolato. In un mondo in cui tutti si permettono di violare ogni cosa “mi commuove sapere che qualcuno abbia scritto una canzone per ‘l’inviolato’” dice Gazich.



Il tutto nella bella abbazia Benedettina di Sant’Egidio a Fontanella che alla luce dell’alba risuona con i tocchi delle campane come in accordo con il cantautore che all’unisono conclude il suo concerto con Il latte nero dell’alba.

Accompagnano Gazich, Giovanna Famulari che con la sua voce e violoncello impreziosisce e accarezza come  in un abbraccio le canzoni di Gazich e Marco Lamberti, il maestro dell’anima che con la sua chitarra accompagna con un suono ineccepibile il grido sonoro dell’artista.

Finalmente il pubblico applaude e viene invitato a cantare “solo i miracoli sono reali questa notte in questa trincea”.



“Io credo ai miracoli, quelli sì che sono credibili” conclude il maestro passando tra il pubblico. Grazie Michele perché attraverso la tua voce e la tua musica tieni unito e saldo il sottile filo dell’umanità.