MICHELE MISSERI: MOVENTE SESSUALE DIETRO IL DELITTO DI AVETRANA
Michele Misseri torna a parlare dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi, ribadendo di essere lui l’assassino, ma con un elemento nuovo: per la prima volta svela quello che sarebbe il movente, che peraltro era stato invocato dalla difesa della figlia, condannata all’ergastolo insieme alla madre Cosima Serrano per il delitto di Avetrana. Alla Stampa ha ammesso senza alcun tentennamento di aver “toccato” la nipote prima di ucciderla, perché era attratto da lei in quanto quel giorno indossava pantaloncini molto corti per andare al mare.
“Non l’avevo mai vista così“, ha dichiarato Misseri, la cui rivelazione non è secondaria, considerando che l’accusa nel processo ammise che non vi erano prove, ma solo indizi. Peraltro, l’avvocato Franco Coppi aveva più volte rimarcato che il movente dello zio era più solido e credibile di quello che era stato ipotizzato per la sua assistita, Sabrina Misseri, infatti la circostanza dell'”approccio sessuale” con “una pacca sul sedere” era stata confermata da lui davanti agli inquirenti, ha spiegato il legale allo stesso quotidiano.
LA NUOVA RICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO DI SARAH SCAZZI
Michele Misseri conferma di aver dato una pacca sul sedere a Sarah Scazzi e rivela di aver temuto che la nipote svelasse tutto alla cugina visto che lo aveva minacciato di raccontare tutto a Sabrina se lo avesse rifatto. Effettivamente, quel 26 agosto quel gesto si è ripetuto. “Aveva dei pantaloncini corti e troppo aderenti”. Lo zio della vittima conferma, dunque, di aver avuto un impulso sessuale e svela cos’è successo subito dopo: “L’ho presa di spalle e l’ho sollevata toccandole il seno“.
La nipote avrebbe reagito dandogli un calcio nelle parti intime, a quel punto lo zio avrebbe perso la testa, strangolandola con un pezzo di corda che era sul trattore. Nel frattempo, Sabrina Misseri chiamava la cugina per andare a mare, una circostanza per la quale il padre mollò la presa, facendo così cadere la nipote. Invece, per l’accusa quella telefonata rappresentava un tentativo della cugina della vittima di costruirsi un alibi. “Una teoria assurda“, secondo Coppi, secondo cui le rivelazioni del padre della sua assistita completano la ricostruzione del delitto di Avetrana, per il quale ritiene che due donne innocenti siano in carcere da 14 anni.
VALENTINA MISSERI E LE RIVELAZIONI DEL PADRE
Peraltro, da allora non hanno mai avuto permessi, in quanto non si sono mai ravvedute, ma ciò non poteva accadere, spiega l’avvocato Coppi, visto che ritengono di essere innocenti. Peraltro, Michele Misseri non si sarebbe mai dichiarato colpevole dell’omicidio di Sarah Scazzi per proteggere la moglie e la figlia, secondo il legale. Lo conferma anche Valentina Misseri, l’altra figlia estranea a tutta la vicenda: “Non avrei permesso che mio padre si facesse il carcere da innocente e, credetemi, nemmeno lui si sarebbe sacrificato“.
A proposito di questa presunta molestia, lo zio di Sarah alla Stampa spiega di averla negata per vergogna. In tutti questi anni continua a scrivere alla moglie alla figlia, chiedendo perdono, senza però ricevere alcuna risposta. “Mio padre ha paura di andare all’inferno. Lo conosco e so che quando ha capito ce c’era uno spiraglio non ci ha pensato due volte a cercare di salvarsi. Non è quella persona sottomessa che tutti credono“, dichiara Valentina Misseri.