Michele Misseri torna a parlare della morte di Sarah Scazzi e racconta che il giorno in cui ha cambiato versione dei fatti, il 15 ottobre del 2010, non era lucido: “Io ho ucciso Sarah Scazzi. Sabrina e Cosima sono innocenti, innocentissime. Non sapevano niente, nessuno sapeva niente. Quel giorno mi hanno dato due pillole in carcere, mi veniva sonno, non capivo niente. Mi hanno chiesto come è successo e io ho mimato davanti al trattore della corda, ma non ero lucido. E c’era qualcuno che mi diceva ‘Sì ma tu non hai il movente, perché non dici che è stata Sabrina?’. Me lo hanno detto i carabinieri di fare il nome di mia figlia. Sono stato io. Inoltre io non ho mai fatto il nome di Cosima“.
In studio a Farwest, Michele Misseri ancora spiega: “Ora che posso fare? Tanto non vengo creduto ugualmente, anche se metto quel carabiniere in mezzo. Io mi ricordo quando mi portarono in caserma la prima volta: mi hanno portato in un’altra stanza e ho sentito delle voci che dicevano ‘Secondo me non è stato lui’. Qualcuno voleva accusare per forza Sabrina. Mia moglie io invece non l’ho mai nominata, l’hanno messa loro in mezzo per via della testimonianza del fioraio”.
Michele Misseri: “Il carcere? È adesso che sto fuori”
Come spiega ancora Michele Misseri a “Farwest”, la sua vera detenzione sente che sia cominciata ora, fuori dalla galera: “Io in carcere ho frequentato la scuola, ho preso la terza media, ho fatto volontariato in chiesa e preso l’attestato da falegname. Il carcere mi manca. Il mio carcere è adesso che sto fuori: quando stavo lì sapevo che era giusto rimanerci perché so che era giusto”.
Poi Michele Misseri, lancia un appello alla figlia e alla moglie, in carcere dal 2010: “Sabrina e Cosima, io vi chiedo perdono per quello che ho fatto. Cosima, non ti ho messo in mezzo. Sabrina me l’hanno fatta mettere in mezzo: mi hanno imbambolato, mi hanno portato lì con i tranquillanti. Vi posso solo dire ‘Forza e coraggio, vedrete che ce la faremo‘”.