MICHELE MISSERI A LE IENE: RIVELAZIONE CHOC SUL DELITTO DI AVETRANA

Michele Misseri torna a parlare del delitto di Avetrana, stavolta attraverso i microfoni de Le Iene. Dopo mesi in cui è rimasto in silenzio, nonostante la ritrovata libertà, lo zio di Sarah Scazzi rilascia un’altra intervista in pochi giorni in cui ribadisce di essere l’assassino della ragazza, aggiungendo un particolare terribile, cioè di aver provato ad abusare del cadavere della nipote, senza esserci riuscito.



Quello che andrà in onda stasera, però, è una sorta di viaggio-racconto nella storia di un uomo che, dopo aver cambiato molte volte versione, da 14 anni continua a proclamarsi colpevole del delitto per il quale sono state condannate all’ergastolo sua moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri.

L’inviato Alessandro Sortino ha trascorso due giorni a casa dell’omicidio, dove l’uomo è tornato dopo aver terminato di scontare la sua condanna a 8 anni di carcere per concorso in soppressione di cadavere. A quel punto racconta di non essere ritenuto attendibile per le versioni cambiate: “Ma non le ho cambiate io, me le hanno fatte cambiare“, afferma lo zio di Sarah Scazzi.



DALLA VIOLENZA SUBITA A QUELLA TENTATA

A Le Iene racconta la sua infanzia, svelando di essere stato violentato all’età di 6 anni da un uomo e il di lui figlio, una violenza di cui non ha parlato a nessuno, ma di cui suo padre probabilmente era a conoscenza. Michele Misseri parla anche dell’altra figlia, Valentina, che lo accusa di essere anche un pedofilo, oltre che un assassino, poi porta l’inviato al pozzo dove fu ritrovato il cadavere, mostrando però prima l’albero di fico che sarebbe stato il primo luogo dove aveva nascosto Sarah Scazzi.

Dunque, ricostruisce l’occultamento del cadavere, racconta dei vestiti della nipote, tolti, rimessi e poi bruciati col cellulare della ragazza, poi salvato dal rogo. Per quanto riguarda la prima confessione, al programma torna ad ammettere la sua colpevolezza, negando gli abusi, ma quando torna al garage di casa fa la rivelazione della tentata violenza. “La sua anima è ancora imprigionata“, dice nel garage dove è avvenuta l’aggressione, di cui fornisce gli stessi dettagli raccontati nei giorni scorsi alla Stampa.



Poi però aggiunge un particolare choc: “Volevo violentare Sarah ma non sono riuscito“. A tal proposito racconta che non aveva rapporti sessuali con la moglie da due anni e che avrebbe tentato la violenza ai danni del cadavere della nipote anche sotto l’albero di fico: “L’ho spogliata ma poi non l’ho fatto più e l’ho rivestita“.