Storie Italiane ha mandato in onda la seconda parte dell’intervista realizzata a Michele Misseri: “Io sono andato a scuola – ha spiegato riferendosi ai suoi 7 anni in carcere – sono riuscito a prendere la terza media in carcere, poi ho fatto per un anno il corso di falegname, poi il corso di pittura, poi faccio volontariato alla Chiesa e alla Caritas, per le persone che non hanno niente, ho aiutato loro, l’ho fatto fino a poco fa. Ero impegnato ogni giorno, non mi sono mai abbandonato, cucinavo. Ma io ero cosciente, sapevo quello che avevo fatto”.
Michele Misseri ha proseguito: “Ho sempre sperato che Cosima e Sabrina uscissero dal carcere in quanto sono innocenti. Avevo paura della reazione della gente di Avetrana, ho visto le interviste delle tv e vedevo cosa dicevano le persone”. Di nuovo su Sabrina e Cosima, figlia e moglie: “Il mio desiderio più grande era che tornassero tutte e due a casa, e chiedere perdono a Sarah, andando al cimitero. Un momento bello? Ce ne sono tanti, come ad esempio quando siamo andati a Roma in gita”.
MICHELE MISSERI E LA LETTERA DI SABRINA
Michele Misseri ha poi dato una lettera scritta da Sabrina, che l’ha fatto piangere, lettera scritta il giorno del suo arresto: “Meriti di stare in carcere ma ti vogliamo bene”, si legge nella missiva. Anna Vagli, criminologa in studio a Storie Italiane, commenta: “Lui ci tiene tanto a tornare in carcere, allora che lo riaccompagnino, tanto lui comunque non è innocente, ci ha messo un paio di mesi prima di far ritrovare il corpo di Sarah Scazzi, potrebbe avere un po’ di rispetto per la nipote”.
“Lui vuole recuperare il rapporto con moglie e figlia – ha continuato Anna Vagli parlando di Michele Misseri – ma qui c’è un oltraggio alla memoria, va avanti per la sua strada”. In un altro stralcio di intervista comunque Michele Misseri ha chiesto scusa a Sarah Scazzi ma anche a Cosima e Sabrina.