Michele Placido nei panni di Arnoldo Mondadori nella fiction di Rai1

Michele Placido torna in tv per interpretare Arnoldo Mondadori nella docufiction di Rai1 dove interpreta il padre dell’editoria popolare. La vita di un bambino nato da un calzolaio analfabeta che custodiva tantissimi sogni legati ai libro. Quel sogno, legato all’ambizione, lo porta a diventare uno degli editori più grandi di sempre. “Io sono nato con il sedere nelle ortiche, i vostri padri col sedere nella marmellata e voi bambini col sedere nel burro” – diceva di lui Arnoldo Mondadori, fondatore della casa editrice raccontato nella docufiction “Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo”. A prestargli il volo è il grandissimo Michele Placido che, intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni, ha rivelato cosa ha amato di questo personaggio: “quando me l’hanno proposto ho mosso delle obiezioni perché fisicamente non somiglio ad Arnoldo Mondadori. Ma poi, con il regista Francesco Micciché, ci siamo ritrovati concordi sul fatto che volevamo evitare l’effetto “museo delle cere”. L’intento era restituire il carattere forte di questo pioniere dell’editoria che negli anni difficili del fascismo e dopo la guerra ha dato un contributo enorme all’alfabetizzazione degli italiani”.



Non solo, l’attore e regista durante le riprese della docufiction ha scoperto tante nuove cose sull’editore: “la sua volontà di ferro. Fin da giovane, meno che ventenne, voleva dare agli altri quello che lui non aveva potuto avere: libri accessibili a tutte le tasche. Io stesso devo molto per la mia formazione a Mondadori. A scuola non ero bravo, ma un “ciucciariello”, però mi piaceva leggere”.



Michele Placido: “gli oscar Mondadori? Una rivoluzione, un miracolo”

Michele Placido ha tantissimo ricordi legati al grandissimo Arnoldo Mondadori. “Quando ero ragazzino non esistevano librerie in paese. Quando sono arrivati gli Oscar Mondadori in edicola, nel 1965, con 350 lire ho potuto comprare dei bei romanzi con i miei soldi. Una rivoluzione, un miracolo. Pian piano ho creato la mia biblioteca a casa, condividendola con i miei sette fratelli. E volume dopo volume ho affinato i miei gusti letterari con nuovi autori, italiani e stranieri” – ha raccontato l’attore e regista che ha tra i primi libri letti ricorda – “Addio alle armi” di Ernest Hemingway e “La ragazza di Bube” di Carlo Cassola.



Non solo, parlando sempre del genio di Arnoldo Mondadori ha detto: “vedeva lontano. A Pirandello, che conquistò il Premio Nobel per la letteratura, poi, io sono legato affettivamente, perché il mio debutto a teatro è stato con “L’uomo dal fiore in bocca”. Per l’occasione l’attore e regista ha condiviso il set con il figlio Brenno che interpreta Arnoldo da giovane: “qualche volta, girando di set in set, la sera in hotel ci confrontavamo. Ma la recitazione non si può insegnare: ci si ragiona su. Il resto lo fa il talento”.