Michele Placido deve parte del suo successo popolare ad un ruolo che contribuì a cambiare il modo di fare televisione: il commissario Corrado Cattani nella serie televisiva La Piovra. Il suo esordio fu nel 1984 e fu allora che si iniziò a parlare in una televisione di stampo civile anche di mafia. “In qualche modo Corrado Cattani è stato il padre di tutti i commissari che sarebbero venuti dopo”, ha commentato Placido in una intervista al Corriere della Sera del 2019. Corrado Cattani nella serie tv italiana considerata ancora oggi la più famosa nel mondo sarà il protagonista indiscusso delle prime quattro stagioni (pur continuando ad esserlo anche nelle successive).
Sposato con Else e padre della piccola Paola, Cattani vedrà poco alla volta sgretolarsi davanti ai suoi occhi l’amata famiglia proprio a causa della mafia che sfiderà fino all’ultimo giorno della sua vita. La prima a finire uccisa in un agguato fu proprio la moglie, sebbene fosse il commissario il vero obiettivo. Poi toccò alla figlia 14enne rapita e violentata dalla mafia. Ciò non annientò Corrado che anzi nonostante l’uccisione di molti amici sfidò fino alla morte la criminalità organizzata. Il suo assassinio avvenne il 20 marzo 1989, data che coincide con la messa in onda dell’ultima puntata della quarta serie in cui è protagonista.
COMMISSARIO CATTANI NE LA PIOVRA: IL RUOLO CHE PORTÒ MICHELE PLACIDO AL SUCCESSO
Con il Commissario Cattani l’attore Michele Placido ottenne un enorme successo ed ancora oggi viene spesso collegato proprio al protagonista delle prime stagioni de La Piovra. “Fu un ruolo importante e pensi che la Rai non mi voleva”, ha svelato Placido al Corriere. “Loro volevano un attore già affermato, un volto come Giuliano Gemma. Però Damiano Damiani, il regista, si impuntò e mi impose”. Una scelta in seguito alla quale, come riferisce l’attore, l’azienda arrivò addirittura a contestare le prime puntate, “sostenendo che io non ero appropriato per quel ruolo. Il resto è storia: il successo ottenuto da La Piovra non merita che si aggiunga altro”, ha commentato con un certo orgoglio. Parlando proprio del suo personaggio, Michele Placido ha spiegato in una intervista a La Nuova Sardegna che tipo era Cattani: “Non era uno sbirro, bensì uno che doveva dare l’esempio, anche a costo di vedersi sterminare tutta la famiglia e di essere lui stesso ucciso dalla mafia. Allora sembrava esagerato, poi tutti i martiri che sono arrivati dopo hanno dimostrato il contrario”. Pur senza fare paragoni con i più recenti Montalbano o Schiavone, ha concluso Placido, “il commissario Cattani andava davvero sino in fondo e si assumeva grandi responsabilità”.