Michele Riondino è uno dei due ospiti insieme a Can Yaman della nuova puntata di C’è posta per te, il people show del sabato sera di Canale 5 con protagoniste le storie della gente comune che in qualche modo s’intrecciano a quelle dei personaggi famosi. Non si hanno anticipazioni sul ruolo che Riondino sarà chiamato a ricoprire nello specifico; presumibilmente, farà parte di una delle sorprese destinate a qualcuna delle persone presenti in studio. In generale, l’impegno dell’attore si dipana principalmente tra cinema e teatro, dove è stato occupato fino all’anno scorso nella preparazione di uno spettacolo in collaborazione con Giorgio Barberio Corsetti. Il progetto doveva essere presentato a novembre all’Argentina di Roma, ma alla fine – causa Covid – non se n’è fatto più nulla.
Michele Riondino: “Sono in cristi di astinenza da lavoro”
Michele Riondino è stato costretto a rivedere ampiamente i suoi piani per riadattarli, in qualche modo, ai nuovi protocolli di sicurezza. In primavera è saltato anche il suo Primo Maggio a Taranto, uno degli eventi in cui – nel corso degli anni – ha saputo distinguersi in qualità di promotore e organizzatore. Due dei suoi film sono stati rimandati a causa del lockdown, mentre per la tv – dice – ha ancora alcune proposte che sta valutando. “Quando non lavoro per tanto tempo, entro in crisi di astinenza”, ha dichiarato Riondino in un’intervista di agosto ad Avvenire. “Ho scritto, letto, pensato, immaginato festival, cineporti e quant’altro. E dopo il lockdown l’ho messo in pratica. Purtroppo il Primo Maggio è saltato, ma per il Cinzella Festival, che è cresciuto tantissimo, piuttosto che rinunciare abbiamo trovato una location particolare, una bellissima cava naturale scavata nella roccia, con i posti a sedere distanziati”. La prossima edizione del Cinzella è già in programma per quest’estate, precisamente per il 15 agosto 2021.
Michele Riondino in polemica col Governo sul caso Ilva
Dalle sue parole si capisce come la carriera di Michele Riondino sia strettamente legata alla città di Taranto, con cui ha un rapporto di odio-amore. ‘Odio’, anche se è una parola forte, principalmente per la questione dell’Ilva, che per quanto lo riguarda non si è mai del tutto chiusa. Questione in cui – suo malgrado – è stato coinvolto sin da piccolo. “A me alle superiori hanno insegnato il ciclo dell’acciaio perché il mio futuro era destinato alla fabbrica”, spiega. “Mio padre è un pensionato Ilva, mio fratello ci lavora, come molti miei amici. Molti compagni del comitato sono stati fra i primi cacciati da ArcelorMittal… Ora che la proprietà è in lotta col Governo minaccia oltre 5mila esuberi. Noi viviamo sotto ricatto industriale e sarà sempre così finché la politica prenderà le parti del profitto, piuttosto che della società civile”. Infine provoca: “Il Governo ci deve dire quanto vale un quintale di acciaio in vite umane, cosi capiamo…”.