«Caso Brusca? Io non condivido l’ipocrisia della politica, l’insorgere dei politici contro la liberazione del mostro. Questo è veramente insopportabile. Se si trattasse di un mostro, ovvero di uno psicopatico, ci sarebbe solo da pensare che le sue responsabilità penali vengano ad essere attenuate. Ma non ci troviamo di fronte ad un mostro, ma a qualcuno che ha portato avanti una strategia deliberatamente»: così Michele Santoro ai microfoni di Mezz’ora in più.



Prima della nota litigata con Lucia Annunziata, Michele Santoro ha spiegato: «Chi sarebbe Brusca senza la collaborazione dei collaboratori di giustizia? Sarebbe in libertà probabilmente. Non è stato preso con il coltello tra i denti o mentre preparava un ordigno esplosivo: è stato catturato e condannato grazie ai collaboratori di giustizia. Se noi cancelliamo la collaborazione di giustizia, torniamo alla mafia prima di Falcone, quando era molto difficile condannare un mafioso».



MICHELE SANTORO: “BRUSCA? SALVINI CAVALCA ONDATA INDIGNAZIONE”

A proposito dell’indignazione della politica, Michele Santoro ha spiegato: «Salvini cavalca questa ondata di indignazione morale, ma qui parliamo della legge dello Stato. Salvini è garantista quando parliamo dei commercialisti della Lega. Un politico che si assume la responsabilità politica di difendere questi signori, dovrebbe dimettersi quando e se condannati definitivamente. Quando si assumono le responsabilità politiche di quello che dicono?». A proposito della legislazione, Michele Santoro ha spiegato: «Lo Stato deve garantire la giustizia, l’ordine pubblico e la sicurezza dell’ordine pubblico. Ma lo Stato è impotente di fronte a Cosa nostra. Le modifiche legislative le ha apportate per poter essere più efficace nella battaglia. Nel momento in cui questa necessità non ci fosse, lo Stato potrebbe rinunciare. Noi da tempo non abbiamo grandi collaborazioni di pentiti, perché Costra nostra si è inabissata. Oggi nessuno sa cos’è Cosa nostra, continuiamo a combattere un nemico di 30 anni fa. Da 30 anni non si esplode un colpo perché Cosa nostra ha cambiato il modo di combattere».

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