Michele Santoro, giornalista e conduttore televisivo, si è schierato ufficialmente dalla parte di Fedez nell’ambito della polemica connessa alla censura che la Rai, stando a quanto dichiarato dal rapper, avrebbe voluto imporgli in occasione del suo discorso al concerto del primo maggio. L’ha fatto nell’ambito di un’intervista concessa al quotidiano “La Stampa”, nella quale dice: Fedez ha posto una domanda alla quale tutti noi dobbiamo dare una risposta: ‘Io posso? Posso dire quello che ho deciso di dire?’. Lui ha fatto quello che in tutto il mondo fanno artisti, attori, giocatori di basket: contrastare il potere”.



Un argomento sul quale Santoro ha aggiunto: “La Sinistra e il Movimento 5 Stelle avrebbero dovuto dare risposte a questa domanda ben prima del suo intervento, invece di normalizzare la Rai assoggettandola al pensiero unico. Oggi non c’è neanche bisogno di esercitare censure, perché tutto quello che si produce è già stato pensato per accontentare chi governa il network. Per non parlare della telefonata con la dirigente Rai, la perfetta fotografia della situazione. La soglia dello scandalo è bassissima. Pur di far accettare le loro proposte, tutti si adattano per sopravvivere in questa palude”.



SANTORO SI SCHIERA CON FEDEZ: “BERLUSCONI…”

Michele Santoro, sulle colonne de “La Stampa”, ha poi individuato in Berlusconi l’origine del tracollo Rai: “È lui che porta avanti la depoliticizzazione del servizio pubblico e impone la logica dei target. La prima vittima è stata Raidue, la rete di ‘Annozero’, quella che ha lanciato Arbore e Benigni. È diventata una rete, si fa per dire, per giovani, che importa solo format dall’estero con società appena nate. La Rai dovrebbe inventarli i format, non comprarli. I dirigenti non sono in grado di inventare programmi, sono lottizzati e si circondano di famiglie e clientele”. In questo scenario, Santoro si è detto deluso, in quanto si attendeva che il Movimento 5 Stelle potesse produrre un cambiamento: “Invece, quando si sono trovati a gestire un potere più grande di loro, si sono messi a studiare, ma soprattutto si sono piegati alla logica del sistema, non hanno avuto il coraggio di sbagliare. Avrebbero potuto sperimentare, ma si sono messi la giacca e la cravatta”.

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