Michele Serra, giornalista de “La Repubblica”, interviene quest’oggi sulle colonne di uno dei principali quotidiani d’Italia per portare all’attenzione dei suoi lettori una tematica di assoluta e stringente attualità, considerata la situazione emergenziale in essere nel nostro Paese a causa dell’epidemia di Coronavirus, deflagrata nelle scorse settimane e divenuta sempre più pericolosa giorno dopo giorno, ora dopo ora. In particolare, Serra si concentra sul concetto di “restrizione delle libertà”, del quale alcuni hanno iniziato a parlare con visioni complottiste. “Non seguo i social e dunque non saprei dire se da quelle parti attecchisca. Spero di no, perché è un dibattito assurdo”. La sua riflessione, o meglio, la sua analisi parte da un dato tanto oggettivo quanto incontrovertibile: è inevitabile che, in un periodo critico come quello che stiamo attraversando, l’intera popolazione del Belpaese sia soggetta a “drastiche limitazioni delle libertà individuali”, nonché a controlli serrati (e anche a sanzioni) da parte delle forze dell’ordine, in prima linea per far rispettare le norme previste dai decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
MICHELE SERRA: “PENSIERI DEMENZIALI GIÀ PRIMA DEL COVID-19”
D’altro canto, come scrive lo stesso Michele Serra, queste restrizioni si verificano “non solo in caso di una catastrofe (come questa), ma anche per minori impedimenti che decurtano il nostro patrimonio di autodeterminazione, di scelta, di movimento. Incidenti, malattie, rovesci della storia – anche tremendi: si pensi ai profughi siriani in fuga dalle macerie delle loro città – sono, per la nostra libertà individuale, fattori gravemente negativi”. Siamo dunque chiamati tutti noi a un sacrificio, come peraltro hanno ribadito i vertici politici italiani, ma se la nostra rinuncia pare limitare la libertà personale, in realtà contribuisce a salvaguardare la libertà collettiva. “Se stiamo in casa, è per cercare di limitare non solamente il nostro rischio personale, ma il danno sociale. Ognuno perde qualcosa, certamente: ma a vantaggio di tutti. Della comunità”. Serra dunque conclude il proprio intervento domandandosi “a quale livello demenziale fosse ormai giunto, il concetto di libertà individuale, per sollevare sospetti e recriminazioni politiche perfino su misure di evidente salute pubblica come queste”. Forse Umberto Eco non aveva tutti i torti…