Le prime parole di Michele Zagaria dopo la cattura segnano una resa contro lo Stato: “Avete gridato voi lo Stato ha vinto? Lo avete detto voi? Lo Stato vince sempre, lo so”. Nella fiction Sotto Copertura rivediamo una ricostruzione minuziosa del blitz che ha portato alla cattura del capo del clan dei casalesi. Il boss, nel corso degli anni, è stato inoltre soprannominato il ‘Re del Cemento’, avendo molti interessi negli appalti pubblici. In questo senso Michele Zagaria è riuscito a estendere i suoi affari in buona parte delle regioni italiane, tra cui il Lazio, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo, la Lombardia e, in particolare, l’Emilia-Romagna. Emozionante il momento della cattura nella fiction, con immagini interpretate dagli attori alternate a sequenze reali tratte da filmati originali. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Storia vera Sotto Copertura, l’identikit diffuso dalla Polizia

Nell’estate del 2010, la Polizia scientifica diffonde l’identikit del boss Michele Zagaria, realizzato sulla base delle preziose descrizioni dei collaboratori di giustizia. Il boss, ricercato dal 1995, viene arrestato nel corso del 2011, quando la Squadra Mobile di Napoli lo scova in un bunker di cemento armato, costruito sotto un’abitazione di Casapesenna. La missione, cominciata alle prime ore di luce del giorno, termina attorno alle ore 12, quando il latitante, ormai senza via di fuga alza bandiera bianca e si arrende definitivamente. All’operazione parteciparono il personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ma anche la Squadra Mobile di Caserta e del Reparto Prevenzione Crimine Campania.  (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Storia vera Sotto Copertura, l’arresto dopo quasi vent’anni di latitanza

La storia vera della fiction Sotto Copertura 2 ha le sue radici nel personaggio di Michele Zagaria. Michele Zagaria è ritenuto uno dei boss più pericolosi di sempre della camorra e nella fiction viene raccontata la sua latitanza e l’interminabile scontro con la giustizia. Michele Zagaria viene arrestato dopo quasi vent’anni di latitanza: a “tradirlo” sarebbe stata una donna, che nel 2011 ha collaborato a stretto contatto con le forze dell’ordine per portare a compimento la cattura nel contesto di una missione pericolosissima. La storia ci insegna che nella criminalità organizzata, talvolta, il ruolo delle donne diventa determinante. E il caso di Michele Zagaria sembra non fare alcuna eccezione. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Storia vera Sotto Copertura: la cattura di Michele Zagaria

Michele Zagaria, uno dei boss più pericolosi della camorra, è stato arrestato nel 2011 dopo 17 anni di latitanza. Fondamentale nella sua cattura è stata la collaborazione di una donna con le forze dell’ordine. Nella criminalità organizzata, le donne, in alcuni casi, giocano un ruolo fondamentale ed è ciò che è accaduto con Anna Aversano, sposata con Generoso Restina che si è poi pentito. Come scriveva Il Mattino nel 2017, in occasione della messa in onda della fiction Sotto copertura che la Rai ha riproposto in queste settimane e che si concluderà questa sera con l’ultima puntata, a giocare un ruolo determinante nella carruta del boss Michele Zagaria fu proprio Anna Aversano che cominciò a collaborare con tre poliziotti. Zagaria non si sarebbe mai fidato totalmente di Anna Aversano al punto da aver affidato ad un’altra donna il compito di seguirla per capire i suoi spostamenti.

I retroscena sulla cattura di Michele Zagaria

«Michele non si fidava di me», raccontò Anna Aversano alle forze dell’ordine quando decise di collaborare con la giustizia nell’operazione che portò all’arresto del boss nel 2011. Dopo la cattura di Zagaria, la Aversano, come si legge su Il Mattino, raccontò i retroscena dell’operazione. «Fui avvicinata da tre poliziotti della Mobile di Napoli, tra loro c’era Oscar Vesevo, che si faceva chiamare Paolo. Raccontai loro che avevo ospitato il boss in via Colombo a Casapesenna. Mi dissero che se li aiutavo a prenderlo mi avrebbero dato 50mila euro. Indirizzai subito gli agenti sugli Inquieto in quanto sapevo che il boss aveva stima di loro. Sospettavano che lo nascondessero perché Rosaria Massa, moglie di Inquieto, mi seguiva ogni volta che uscivo a fare la spesa e immaginai che aveva preso il mio posto nella custodia di Zagaria», aggiunse ancora la Aversano che, con le sue parole, aiutò le forze dell’ordine nell’operazione.