Nella lunga intervista rilasciata a Vieni da me, Michele Zarrillo ha raccontato il primo incontro con la moglie Anna Rita Cuparo: «Violoncello fu galeotto (ride, ndr). Io non sono adatto a parlare della mia vita privata… Il protagonista di questa storia è Sergio Bardotti, grande autore tv e di canzoni meravigliose: io nel 2001 feci Sanremo con L’acrobata. Lui mi disse: “Sei il primo artista che invito a Domenica In”. Lì serviva un quartetto d’archi ma qualcuno non potè partecipare: chiamarono questa violoncellista, la mia attuale moglie». Poi una battuta sulla figlia Valentina, che recentemente aveva parlato della sua contrarietà per la nuova famiglia del padre: «Questa cosa ci ha avvicinato molto: lei con questi fratellini così piccoli hanno un grande amore. Poi loro, a 8 e 10 anni, sono già zii. Il rapporto è migliorato molto: quando ti separi qualche periodo strano c’è sempre, ma con mia figlia Valentina ci adoriamo, un amore talmente forte che ci scontriamo». Infine, sul rapporto con Fausto Leali: «Ormai siamo una coppia di fatto, lui è un grande». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



MICHELE ZARRILLO SULLA SUA INFANZIA

Michele Zarrillo a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata oggi a Vieni da me: il cantante si è raccontato tra carriera e vita privata nel salotto di Caterina Balivo. «Da bambino sono cresciuto con i miei genitori che avevano un banco di frutta al mercato, io aiutavo i miei», ha raccontato Zarrillo, che ha poi parlato della sua famiglia: «Mio padre è arrivato a Roma da immigrato lucano ed ha iniziato da falegname. Lui era un bravissimo musicista, ma per questione di indigenza ci si spostava verso Roma per motivi di lavoro». Poi sugli inizi: «Ho iniziato con un gruppo rock, avevo 12 anni: cantavamo canzoncine di Sanremo, poi è iniziato il periodo rock».



MICHELE ZARRILLO A VIENI DA ME

«Facemmo un disco e tanti concerti importanti, siamo riusciti ad andare ad un festival con mio fratello ed un suo amico, poi ho fatto la carriera da solista», ha aggiunto Michele Zarrillo a Vieni da me, soffermandosi poi sui famosi cornetti rossi: «Mia mamma mi fece delle sorprese: al mio primo Sanremo arrivai in albergo, ho aperto la valigia e ho trovato dei cornetti. Me li aveva messi lei, che era di origine partenopea: quel Sanremo fu il viatico di tutta la mia carriera». Poi su uno dei suoi più grandi successi come Una rosa blu: «Una rosa blu ha una storia molto articolata, la cantai nel 1982 in un Sanremo sfortunatissimo. Nel 1997, avendo già accumulato vari successi, feci una raccolta di successi riarrangiando qualche brano dell’inizio. Molti fan mi chiesero di questa canzone, nelle mie prime tournèe teatrali trovai persone con una rosa blu disegnata o con dei tatuaggi».

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