Michele Zarrillo si ripropone con grande carica ed un ritrovato entusiasmo al Festival di Sanremo. Alza il ritmo in una penultima puntata che va per lunghe e che rischia di calare di ritmo in questo finale. Michele Zarrillo, evidentemente, non sente il peso delle ore e sfoga la sua grinta con una bellissima esibizione sul palco dell’Ariston, dove porta tematiche importanti come rischio e coraggio. In molti pensano che Michele Zarrillo possa ben classificarsi in questa settantesimo edizione del Festival di Sanremo. Tanti i complimenti e i commenti positivi dopo la sua performance odierna. Un buon riscontro, ad onore del vero, era già arrivato nelle serate di apertura. Impatto certamente positivo di Zarrillo in questo Festival: dove potrà arrivare? (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Nell’estasi o nel fango, Michele Zarrillo torna a Sanremo con grande carica

“Nell’estasi o nel fango” è il brano con cui Michele Zarrillo ha fatto tredici a Sanremo 2020. No, nessun riferimento a Totocalcio o al mondo delle scommesse, anche perché parlare di scommessa in riferimento all’artista romano risulterebbe senza dubbio un affronto alla cultura musicale italiana. Il cantante, infatti, ha raggiunto con Sanremo 2020 la partecipazione numero 13 al Festival in 62 anni di vita: davvero niente male per uno dei performer più apprezzati sui social network dopo le prime tre puntate della settantesima edizione della kermesse canora più celebre e blasonata del Belpaese. In tanti hanno sottolineato la “grinta straordinaria” di Zarrillo, che sul palco non si è mai risparmiato e continua a trasmettere emozioni, per poi aggiungere che “questa è la vera musica italiana”, in riferimento, va da sé, al singolo con cui concorre alla vittoria finale. La graduatoria generale parziale lo vede momentaneamente all’undicesimo posto, alle spalle di Tosca, ma va rimarcato che al computo mancano ancora i risultati della serata delle cover, nella quale Michele Zarrillo ha duettato con Fausto Leali (“Deborah” la canzone scelta), classificandosi quindicesimo.



MICHELE ZARRILLO SANREMO 2020: SOGNI DI TRIS PER IL CANTANTE

Al di là di qualsivoglia pronostico o previsione in merito al vincitore del settantesimo Festival di Sanremo, è indubbio che Michele Zarrillo, nel proprio cuore, coltiva ambizioni di successo e di… tris. Sì, perché se è vero che l’artista laziale non ha mai trionfato fra i big a Sanremo, è altrettanto innegabile che vanti un trionfo nella sezione dedicata alle Nuove Proposte, risalente al 1987 e centrato con il brano “La notte dei pensieri”. Una seconda, prestigiosa affermazione (la prima in realtà, se si analizzano le vittorie di Zarrillo da un punto di vista meramente cronologico), giunse nel 1979 al Festival di Castrocaro, dove si impose con “Indietro no”. Gli mancherebbe, dunque, soltanto il primo posto tra i Campioni al Festival matuziano per suggellare una carriera comunque significativa e memorabile. Per farlo, il capitolino punta tutto su “Nell’estasi o nel fango”, nel cui testo si evince la volontà dell’uomo dei giorni nostri di giungere rapidamente a un’affermazione netta, marcata e incontrovertibile della propria identità, accompagnata dalla giusta dose di serenità, che gli risulta indispensabile per essere felice.



MICHELE ZARRILLO SANREMO 2020: “NELL’ESTASI O NEL FANGO”

Come riferito da Michele Zarrillo in un’intervista concessa prima dell’inizio del Festival di Sanremo 2020 e ripresa da Sky, l’ispirazione per “Nell’estasi o nel fango” è arrivata mentre i miei figli giocavano in salone: mi sono seduto al pianoforte ed è uscita di getto. Musicalmente, ci vuole una bella tecnica vocale: da un punto di vista canoro questo per me è il Festival più difficile. Cosa temo? La memoria è il mio punto debole. Dopo 26 anni, ai concerti ‘Cinque giorni’ ancora la devo leggere…”. Al di là delle difficoltà mnemoniche, superabili proprio con l’ausilio della tecnologia e dei gobbi elettronici, Michele Zarrillo ha scommesso tanto su questo Festival, ma non tutto; in estate, infatti, uscirà il suo nuovo album. Resta da capire se conterrà al suo interno il singolo vincitore di Sanremo. Se ci si soffermasse alla storia personale di Zarrillo con la manifestazione sanremese, il primo poso sarebbe meritatissimo: non riuscì a vincere né con “L’elefante e la farfalla”, né con “Una rosa blu”, che rappresentano due dei suoi più grandi successi di sempre. Vedremo se questa volta sfaterà il tabù Ariston…