Chiedono una “condanna esemplare” i genitori di Michelle Causo, uccisa pochi mesi fa da un 17enne che prima l’ha colpita con 23 coltellate e poi ha messo il suo corpo in un sacco dell’immondizia, trascinandolo per le scale e caricandolo in un carrello della spesa. Assassino che, ieri, nella prima udienza per l’omicidio della giovane “non ha detto nulla, neanche una parola per chiedere perdono. Ha tenuto sempre lo sguardo basso”. A dirlo sono proprio Daniela e Gianluca Causo, genitori di Michelle. L’omicidio sarebbe avvenuto per un debito di poche decine d’euro, come ricostruito dagli inquirenti. Il 17enne, di origini cingalesi, aveva invitato a casa sua Michelle, dicendole che avrebbe pagato il debito. Poi, secondo la Procura, avrebbe deciso di aggredirla: verrà ora sottoposto a perizia psichiatrica. A stabilirlo è stato il giudice del Tribunale dei Minori durante la prima udienza del processo, accogliendo la richiesta del difensore del ragazzo.



L’assassino verrà giudicato con rito abbreviato, condizionato all’accertamento per verificare la sua capacità di intendere e volere al momento del fatto, spiega Il Messaggero. L’accusa è di omicidio volontario premeditato, vilipendio e occultamento di cadavere. “Ci ha ammazzato tutti. Non è una questione di soldi, è un assassino viscerale, ha ammazzato una ragazza per poche decine di euro. Una morte così non si può accettare. Non so se abbiamo più dolore o rabbia, ci deve guardare negli occhi e dire perché l’ha fatto. Lo vogliono far passare per infermo mentale e invece su internet ha cercato come uccidere colpendo punti vitali” ripetono i genitori, che lo scorso 28 giugno hanno perso così la loro figlia nel quartiere Primavalle di Roma.



L’omicidio per un debito di poche decine d’euro

Dopo l’arresto, il 17enne aveva raccontato di avere un debito da poche decine di euro con Michelle Causo, legato all’acquisto di stupefacenti. Per questo l’avrebbe invitata a casa sua, in via Dusmet, dicendole che l’avrebbe ripagata. In realtà aveva cercato su internet, poco prima, come ucciderla: “posti vitali dove pugnalare” aveva scritto l’assassino nella barra di ricerca. Michelle è stata uccisa con un coltello da cucina, con colpi sferrati al collo, alla schiena e all’addome. Il cingalese ha poi messo il corpo della coetanea in un sacco nero e lo ha trascinato lungo le scale del palazzo. Nel frattempo ha anche incontrato un vicino, al quale ha detto che stava trasportando prima del pesce e poi del maiale. L’uomo, non credendo alla versione, ha chiamato i carabinieri.



Nel frattempo il 17enne si è anche procurato un carrello dal supermercato di quartiere e lo ha messo davanti al portone del palazzo. Ha poi spinto il corpo di Michelle fino a un cassonetto, abbandonandolo in strada. I carabinieri lo hanno trovato poco dopo e hanno arrestato l’assassino. Secondo la sua versione, la vittima lo aveva minacciato con una pistola (in casa è stata sequestrata un’arma giocattolo). Alla versione la Procura non ha mai creduto: le ricerche su internet hanno infatti smentito la legittima difesa, anzi, hanno dato prova della premeditazione. Il giovane è accusato anche di occultamento e vilipendio di cadavere.