Stando ad un interessante studio realizzato dall’università della Danimarca, delle piccole dosi di funghi allucinogeni potrebbero rappresentare uno strumento terapeutico nei confronti delle malattie mentali. All’interno dei funghi allucinogeni, come si legge sul Jerusalem Post, si trova una sostanza nota come psilocibina, che è una sostanza psichedelica che produce cambiamenti nella percezione, nell’umore e nei processi cognitivi, provocando degli effetti simili all’LSD, alla mescalina o alla dimetiltriptamina (DMT). Nel trattamento a base di “funghi allucinogeni”, il paziente assume delle microdosi di psilocibina, subendo un’esperienza psichedelica in un ambiente di supporto assieme ad un terapista.



Si tratta di un trattamento che prevede una serie di sedute, e sono già in corso degli esperimenti presso i centri medici danesi del Bispebjerg Hospital e delRigshospitalet. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature – Molecular Psychiatry attraverso il titolo “Basse dosi ripetute di psilocibina aumentano la resilienza allo stress, riducono le azioni compulsive e rafforzano le connessioni corticali al nucleo talamico paraventricolare nei ratti”, e realizzato dal prof. Mikael Palner e dalla dottoranda Kat Kiilerich dell’unità di ricerca di fisiologia clinica e medicina nucleare presso l’Università della Danimarca meridionale.



MICRODOSI DI FUNGHI ALLUCINOGENI CONTRO LE MALATTIE MENTALI: IL COMMENTO DELL’AUTORE DELLO STUDIO

“L’aumento dell’ansia e dello stress nella società attuale ha posto una forte attenzione al microdosaggio, portando ad un’impennata del commercio di funghi. Paesi come i Paesi Bassi, l’Australia, gli Stati Uniti e il Canada hanno legalizzato o sono in procinto di legalizzare psilocibina per trattamenti terapeutici”, afferma Mikael Palner che poi aggiunge “È quindi fondamentale comprendere gli effetti anche collaterali di queste sostanze, che sono già ampiamente utilizzate dalle persone in tutto il mondo”.



Quindi ha proseguito: “Sono stati pubblicati alcuni libri che hanno reso popolare il concetto di usare piccole dosi di sostanze psichedeliche per affrontare sia problemi mentali che migliorare le prestazioni. Questo mi ha motivato a lanciare il progetto a cui mi sono dedicato negli ultimi sei anni”, per poi concludere: “Ora possiamo determinare il dosaggio appropriato nei ratti, permettendoci di studiare gli effetti del microdosaggio, che potrebbe far avanzare significativamente la nostra comprensione del cervello e delle sfide mentali. Ciò avvantaggia sia il campo della scienza che la società in generale”. Attraverso basse doti di psilocibina si è scoperto che i ratti aumentavano la loro resistenza allo stress, mostrando anche meno comportamenti compulsivi. Inoltre sono emerse maggiori connessioni nella regione del talamo del cervello, quella che funge da filtro per decisione e preoccupazioni.