La Germania e l’Europa importano miele dalla Cina. Adesso è sicuro e certificato anche dall’Olaf, l’ufficio europeo antifrode, e dal CCR, il centro comune di ricerca dell’Unione. Le due associazioni hanno analizzato 320 lotti importati da Paesi extra Ue e hanno scoperto che non c’era puro miele ma diversi tipi di sciroppi di zucchero, vietati per la normativa europea. Una vera e propria frode, dunque, basata su una tecnica consolidata: il miele contenuto viene “allungato” con sciroppi di zucchero ricavati dal riso, dal grano o dalla barbabietola e poi “colorato”.



Queste tecniche permettono ovviamente di abbassare enormemente i costi di produzione. Dei 147 lotti analizzati e trovati non conformi ai requisiti Ue, molti provenivano dalla Cina (88). A seguire Ucraina, Argentina, Messico, Brasile e Turchia. Anche i prodotti in arrivo dalla Gran Bretagna non sono risultati puri. La totalità dei campioni è risultata non in regola. Nella maggior parte dei campioni contraffatti, il miele dichiarato era “millefiori” (77%).



Miele contraffatto, la frode che colpisce i consumatori

Come spiega La Verità, non ci sono veri e propri rischi per la salute mangiando miele contraffatto ma si tratta ovviamente di una frode che va a colpire i consumatori, che pagano come puro un prodotto che non lo è. Il miele viene infatti prodotto con derivati pur essendo venduto come vero. Un chilo di miele importato in Ue costa circa 2.3€ secondo le stime tracciate nel 2021 mentre la stessa quantità, ricavata da riso o zucchero, costa massimo 60 centesimi. 

Stanislav Las, presidente del gruppo di lavoro “Miele” di Copa e di Cogeca, ha dichiarato: “L’indagine mostra chiaramente da dove provengono i problemi. Se quasi un campione di miele su due importato dall’Ue è adulterato, significa che il 20% di tutto il miele consumato è adulterato. Stiamo vivendo un vero e proprio disastro agricolo”. L’Europa importa miele per 175.000 tonnellate annui, al secondo posto dietro gli Stati Uniti. La Germania è il principale importatore a livello europeo di miele. A seguire c’è il Portogallo. La responsabilità sarebbe proprio di Berlino e degli scarsi controlli.