Si parla di agricoltura stamane negli studi di Uno Mattina e in particolare del miele e dei giovani, che la stanno riscoprendo in un periodo di forte difficoltà alla luce delle numerose proteste. Il presidente Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, è stato intervistato stamane in collegamento da Roma, a fianco degli apicoltori scesi in piazza per manifestare: “Il problema è che le persone che oggi stanno manifestando segnalano che il loro prodotto non può stare sul mercato se arrivano prodotti come il miele dalla Cina che costa un quarto del nostro”.



C’è una concorrenza sleale – ha proseguito Carloni – è consentito utilizzare quel miele anche nella filiera agroindustriale tipo la dolciaria, questo settore è colpito da un costo che non gli consente di stare sul mercato. Senza le api l’agricoltura è tutta a rischio, quindi è una grande opportunità per tutto il mondo agricolo, dobbiamo fare di tutto affinchè il nostro miele sia rafforzato come presenza, che negli scaffali venga ben distinto da quello degli altri Paesi che non viene fatto come da noi. Il settore dell’apicoltura in Italia è un settore strategico per la nostra agricoltura”.



MIELE ITALIANO A RISCHIO, LE RAGIONI DEI MANIFESTANTI

Uno degli organizzatori della manifestazione degli apicoltori, parlando con Uno Mattina, ha spiegato: “Non siamo qui arrabbiati ma preoccupati, non è una protesta la nostra. Il nostro mercato è invaso da un prodotto a prezzi che noi non riusciamo a sostenere, un quarto del costo di produzione, in quanto viene prodotto in condizioni diverse dalle nostre, come la sicurezza alimentare, siamo qui per accendere un faro su questa situazione, vogliamo convincere l’UE ad attivare azioni a tutto campo. C’è stato un passo avanti perchè la nuova normativa sul miele prevede leggi più stringenti ma ora dobbiamo continuare”.



Il presidente Carloni ha ripreso la parola soffermandosi sui giovani e l’agricoltura: “Ci sono aziende che chiudono e ciò preoccupa visto che i giovani pensano che l’agricoltura non sia un’attività remunerativa. Serve una considerazione sociale verso chi fa questo lavoro quindi riteniamo come gruppo Lega abbiamo fatto una legge quadro sui giovani agricoltori, fino a 40 anni, che devono avere un’opportunità per trasformare le aziende, accedere al credito e trasferire nuove tecnologie”.