Mietta ospite a La Volta Buona: l’intuizione di suo zio agli albori della carriera: “Devi fare questo provino!”

Il pomeriggio de La Volta Buona di Caterina Balivo si colora di talento, arte e variegate sfumature della vita grazie al racconto di Mietta; ospite nel salotto di Rai Uno per raccontarsi tra aneddoti professionali e di vita privata. Il racconto dell’artista parte dagli albori, da ‘la volta buona’ che per lei risale ad un episodio del 1988: “Un giorno mio zio trovò un tagliando per i provini di uno sceneggiato radiofonico per la Rai, mi disse: ‘Devi andare a fare questo provino!’. Alla fine siamo andati e venni scelta; nessuno pensava che io potessi arrivare a farlo”. Proseguendo nel raccontare la propria carriera da attrice, prima di emergere anche come cantante, Mietta ha offerto il suo punto di vista sul peso di alcuni ‘No’ detti nel corso della sua longeva e stupenda carriera.



“Il provino per ‘Il Postino’ di Massimo Troisi? Loro mi avevano chiamato, mi videro da Maurizio Costanzo. Credo però di aver perso lì la mia volta buona, Mariagrazia Cucinotta fece prima di me ma devo dire egregiamente. Conservo ancora il copione di quel film, feci proprio uno degli ultimi provini, è stato uno dei momenti più significativi della mia vita. Il ruolo era molto difficile, Massimo già non stava bene in quel periodo quindi è giusto che sia andata così…”. Mietta, seppur rammaricata per l’occasione sfumata, ha dunque più volte sottolineato come la collega – Mariagrazia Cucinotta – sia stata comunque un’ottima scelta per il ruolo nel film.



Mietta, dal ‘No’ a James Bond al ‘Sì’ ad Amedeo Minghi: il successo di “Vattene Amore”

Mietta, sempre nel salotto di Caterina Balivo, ha ricordato un altro ‘No’ della sua carriera altrettanto rilevante rispetto all’aneddoto citato in precedenza. “Perchè io non ho fatto la ‘Bond Girl’? Quando sei giovane pensi ci siano altri treni, quando invece passa proprio quello… Anche lì mi chiamò Broccoli, questo grande agente cinematografico: ‘Noi ti vogliamo, devi venire in America a fare il provino’, eravamo già in fase di contrattazione; sono stata proprio una deficiente… Non presi l’aereo, avevo le mie paure, ero una ragazzina. L’ansia mi ha fregato, devo essere sincera con me stessa”. Chiaramente, la carriera di Mietta ha spiccato il volo a prescindere dagli ipotetici rifiuti o “treni persi”, come dimostra il successo clamoroso con il brano “Vattene amore”, in duetto con Amedeo Minghi.



“Il ‘sì’ ad Amedeo Minghi? Io ero molto giovane, all’inizio facevo fatica… Poi l’ho amata follemente, una canzone che è il mio portafortuna, il mio grande amore. Sono tante le cose che mi hanno fatto capire che questa canzone è stata importante nella mia vita”. L’intervista di Mietta a La Volta Buona si è poi spostata su temi molto più delicati; la cantante e attrice ha trovato la forza e il coraggio di parlare per la prima volta di una difficile condizione di salute che, fortunatamente, l’ha portata ad oggi ad essere ancora più consapevole e sicura di sé stessa.

Mietta, il toccante racconto su attacchi di panico e bulimia: “Mi è bastato parlare con le persone giuste…”

“A un certo punto della mia vita, circa 5-6 anni fa, con la psicologia ho cercato di incontrare me stessa… Perchè ci sono andata? Non mi sentivo in pace con me stessa, tutto ciò che si è verificato nella mia carriera è stato un po’ delimitato dai miei attacchi di panico”. Questo il toccante racconto di Mietta a La Volta Buona, che ha poi spiegato: “ Ci sono tanti momenti prima che arrivasse mio figlio Francesco dove vivevo in costante ansia di tutto ciò che mi potesse accadere, è qualcosa che non riesci a spiegare… Non era per la notorietà, ma perchè ero una ragazza che aveva sofferto molto; il male non è uguale per tutti”.

Nella seconda parte del discorso sulle fragilità emotive e di salute, Mietta ha sentito l’esigenza di aprirsi per la prima volta su un tema molto delicato: la bulimia. Il suo intento è stato quello di raccontarsi per offrire un supporto a chi come lei ha vissuto o vive la medesima condizione. “E’ la prima volta che parlo di questa cosa, non lo volevo raccontare; certe cose però vanno dette perchè possono aiutare le persone. Un anno fa mi sono resa conto che rifiutavo il mio corpo, avevo un rapporto con il cibo compulsivo… Quando me ne sono resa conto ne ho parlato con la mia dottoressa e lì ho capito che dovevo azionare un meccanismo di difesa”. Mietta ha poi aggiunto: “Quando c’è questa poca attenzione verso sé stessi non bisogna tenersele dentro, bisogna parlarne; io l’ho fatto con la mia dottoressa, questo lavoro intenso che faccio con me stessa mi ha portata a migliorarmi. Ora apprezzo le persone, le amo, le stringo perchè non siamo soli, mi è bastato solo parlare con le persone giuste…”.