«L’intesa tra Italia e Albania non viola il diritto comunitario». Ad annunciarlo è la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson, anticipando che verranno forniti ulteriori dettagli in merito. Per il momento, comunque, fa sapere alla stampa di Bruxelles che l’accordo sulla migrazione «è al di fuori del diritto Ue». Il servizio giuridico della Commissione europea ha completato la valutazione preliminare del protocollo d’intesa ricevuto giovedì scorso da Roma. Da un primo esame di tale intesa emerge che sia diversa da quella tra Regno Unito e Rwanda. In Ue, dunque, non c’è l’intenzione di aprire procedure di infrazione contro il governo Meloni, così come non ci sarà alcun divieto all’accordo tra Roma e Tirana.



Questo vuol dire che, se non si applica il diritto d’asilo dell’Ue, nei centri albanesi varrà solo quello italiano, «a partire dalla nostra Costituzione che per il diritto d’asilo ha margini decisamente più ampi». Lo spiega Chiara Favilli, esperta di politiche d’asilo europee e docente di diritto dell’Unione all’Università di Firenze, ai microfoni del Fatto Quotidiano. «Di fronte al ricorso di un richiedente, che nei centri italiani in Albania ha visto respinta la sua richiesta, il giudice che non debba rifarsi alle norme europee potrà applicare direttamente la Costituzione, senza riferimento alcuno a tutto il sistema d’asilo oggi vigente». Secondo Favilli, ciò potrebbe «favorire il richiedente proprio perché l’articolo 10 riconosce l’asilo a chiunque non goda delle libertà democratiche garantite appunto dalla Costituzione italiana».



MIGRANTI, VIA LIBERA UE ALL’ACCORDO ITALIA-ALBANIA

In merito al fatto che l’accordo Italia-Albania sui migranti è «al di fuori» del diritto comunitario, la commissaria responsabile per gli Affari interni chiarisce che «il diritto comunitario non è applicabile al di fuori del territorio dell’Ue». In ogni caso «la legge italiana deriva e dipende dal diritto Ue», motivo per il quale «se le leggi italiane vengono applicate – questo è ciò che dice l’accordo – le persone devono essere esaminate dalle autorità italiane». Se ad un migrante non viene concesso l’asilo, va riportato nel Paese di origine e, se non è possibile il rimpatrio, in Italia, ha ribadito Ylva Johansson. Di conseguenza, «l’Italia si conforma al diritto Ue». Da un punto di vista legale, la commissaria precisa che «non si tratta del diritto Ue, ma della legge italiana che segue quella comunitaria». Stando a quanto riportato da Eunews, il servizio giuridico della Commissione Ue sembra aver tenuto conto soprattutto del fatto che l’intesa tra Italia e Albania dovrebbe applicarsi alle operazioni di ricerca e soccorso effettuate da navi italiane in acque internazionali, quindi fuori dalle acque territoriali dove si applica il diritto europeo.



Questo però non emerge dai documenti firmati da Meloni e Rama. Comunque, non ci sono altri dettagli della valutazione preliminare. Ma l’esecutivo comunitario non ha ancora fornito una valutazione né sui timori della commissaria per Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, riguardo i rischi di esternalizzazione delle procedure di asilo, né in merito alle critiche delle organizzazioni non governative che si occupano di migrazione e asilo. Ci sarebbe la possibilità che il dirottamento delle operazioni di ricerca e soccorso in mare verso l’Albania rappresenti una «violazione del diritto internazionale del mare». Ma non è neppure chiaro se il trasporto di persone salvate in mare per trattenerle in centri di detenzione rappresenti «un trasporto verso un luogo di sicurezza» come previsto dal diritto.