L’emergenza migranti fa aumentare la tensione nelle regioni dove vengono smistati dopo la prima accoglienza. Le proteste degli amministratori locali vanno da Nord a Sud, del resto il sistema dell’accoglienza è allo stremo. «È tutto saltato, siamo sull’orlo del tracollo. Siamo nella più grande emergenza mai vissuta, almeno da quando sono in carica, e non succede nulla», dichiara al Corriere il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che è il delegato per l’immigrazione dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani. I problemi non riguardano solo la gestione dei migranti maggiorenni, ma anche di quelli minorenni non accompagnati.



I sindaci hanno difficoltà anche a reperire strutture d’accoglienza. Si ricorre così a soluzioni temporanee. Al momento i minori assistiti nel 2023 sono stati 10.286, contro gli oltre 14 mila di tutto l’anno scorso. Al Sud non va meglio, infatti sono stati richiamati agenti di polizia che erano in ferie. Il governo Meloni vuole intervenire di nuovo. Il piano del Viminale è di lanciare nuovi criteri di distribuzione dei migranti e di avere più “ricambio” nei centri.



EMERGENZA MIGRANTI: IL PIANO DEL VIMINALE

La novità più importante sui trasferimenti di migranti approdati in Italia negli ultimi mesi è che non sarà più in via esclusiva in proporzione rispetto alla popolazione residente, ma solo in una quota del 70%, in quanto il restante 30% sarà calcolato anche in relazione alla superficie del territorio. L’iter è contenuto in una circolare che il ministero dell’Interno ha inviato ai prefetti, delegati a indire bandi per reperire nuove strutture d’accoglienza. Le nuove regole per la distribuzione dei migranti sono coordinate dal Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, la Lombardia è in cima alla classifica dell’accoglienza con il 13% del totale di migranti, quindi 16.232 dei 128.902 già accolti sul territorio nazionale. A seguire il 10% e il 9% Emilia-Romagna e Lazio (12.458 e 11.217 ospiti).



Adottando il criterio della proporzione collegata alla superficie regionale, si potrebbe avere un aumento di trasferimenti in regioni con minore densità abitativa, come Sardegna e Basilicata, con un alleggerimento della pressione sulle prime regioni. Sempre per far calare la pressione sui territori e assicurare un turnover delle presenze nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas), forti di 12mila posti in più dopo l’apertura di nuove strutture, è previsto un censimento delle posizioni degli ospiti per verificare se hanno ancora i requisiti necessari per essere assistiti.