L’Austria non intende accettare altri migranti e mantiene il veto Schengen contro Romania e Bulgaria. A ribadire tale posizione è il ministro degli Interni Gerhard Karner, secondo cui non si può parlare di svolta in merito all’accordo Ue sui migranti, ma di «un altro passo per rendere la legislazione sull’asilo in Europa più severa e più equa: più severa nei confronti di tutti coloro che vogliono venire in Europa per motivi economici e più equa nei confronti di coloro che hanno davvero bisogno del nostro aiuto». Ne parla a Die Presse, precisando che la Commissione europea deve lavorare sulla protezione delle frontiere esterne dell’Ue. L’altro problema è che non c’è nemmeno una data. «Conoscete il modo europeo di legiferare. Giovedì, dopo una dura lotta, è stato raggiunto un accordo politico, dopo un iniziale veto da parte di Italia e Austria. Ora la Presidenza deve negoziare con il Parlamento. Sarà una bella sfida», anticipa Karner.
A proposito del veto, il ministro austriaco spiega che Italia, Grecia e Austria «erano contrari al fatto che inizialmente non ci fosse alcun riferimento alle procedure nei Paesi terzi sicuri. Abbiamo negoziato questo punto durante una pausa di un’ora e mezza della sessione». Karner auspica che in futuro ci sia «la possibilità di istituire centri per l’asilo non solo negli Stati membri dell’UE al confine esterno, ma anche nei Paesi terzi. Dobbiamo continuare a occuparci di questo tema. Perché al momento il sistema non funziona».
MIGRANTI, AUSTRIA “REDISTRIBUZIONE? CI ASPETTIAMO SOLIDARIETÀ DA ALTRI PAESI”
A proposito dell’emergenza migranti, il ministro degli Interni austriaco lamenta il fatto che l’anno scorso il suo Paese, che non ha alcuno sbocco sul mare, abbia ricevuto 112mila richieste di asilo, mentre 2.500 sono annegate in mare. «Questo dimostra quanto il sistema sia rotto. Dobbiamo migliorarlo passo dopo passo». Nell’intervista a Die Presse Karner ribadisce le perplessità dell’Austria sulla redistribuzione. «C’è una solidarietà flessibile e obbligatoria. Ci aspettiamo che anche altri Paesi siano solidali con l’Austria. L’anno scorso l’Austria ha avuto il secondo maggior numero di richieste di asilo pro capite nell’UE, dopo Cipro. L’Austria ha anche agenti di polizia dislocati al confine tra Ungheria e Serbia». Il ministro austriaco è pronto a dar battaglia: «L’Austria sta già dando il suo contributo di solidarietà. E ora mi aspetto che anche gli altri diano il loro contributo». Ad un certo punto, però, si porrà una questione: «Se l’Austria porterà fuori dai campi di accoglienza le persone che hanno diritto all’asilo oppure no. Non è il caso di discuterne in questo momento».
Il segnale più importante che l’Europa deve dare nel suo complesso, secondo Karner, è diventare «meno attraente per i trafficanti», inoltre deve creare meno incentivi per i migranti economici. «Dobbiamo mettere il freno all’asilo non solo in Austria, ma anche a livello europeo». Ritiene altresì importanti «accordi di protezione delle frontiere esterne e di rimpatrio con Paesi terzi sicuri». Infine, una bacchettata alla Commissione Ue: «Deve innanzitutto migliorare la protezione delle frontiere esterne dell’UE. Finché questo non funziona, non è il caso di parlare di eliminare i controlli interni». Quindi il veto austriaco contro la Romania e la Bulgaria rimane in vigore.