MIGRANTI, CASSAZIONE SU FERMI E DECRETO CUTRO
La Cassazione ha stabilito l’estinzione del giudizio sui fermi in applicazione del decreto Cutro. Il Viminale e il Questore di Ragusa avevano fatto ricorso contro la decisione del tribunale di Catania di non convalidarli, poi però avevano deciso di depositare la rinuncia a tale ricorso chiedendo che venisse estinto il giudizi, perché era venuto meno l’interesse da parte loro nell’impugnazione a causa dell’irreperibilità dei migranti a cui era rivolto quel provvedimento e in virtù del nuovo decreto che ha lanciato una nuova disciplina integrativa.
La Cassazione ha deciso anche che debba essere ritirata la domanda di pregiudiziale che era stata mandata alla Corte di giustizia Ue. Questa però aveva frenato il decreto a febbraio, quando aveva stabilito che non vi erano i presupposti per una decisione urgente; per questo motivo il Viminale aveva dato incarico all’Avvocatura dello Stato di presentare ricorso alla Suprema Corte contro le ordinanze Apostolico. C’era chi temeva che il rinvio alla Corte Ue rappresentasse un pericolo per l’accordo Roma-Tirana, questo forse il motivo della retromarcia del governo.
Comunque, per la Cassazione il ritiro della domanda di pronuncia pregiudiziale non solleva dubbi neanche in merito all’estensione delle competenze della Corte di giustizia, in quanto, alla luce del ritiro, resta alla Corte la valutazione della decisione sul pronunciamento o meno. Di conseguenza, non è stata chiarita l’eventuale compatibilità del decreto con la normativa europea sul trattenimento dei richiedenti asilo. Una compatibilità di cui il governo sembrava certo, salvo poi procedere con la modifica del decreto e sfuggire al parere della Corte di giustizia europea.
PERCHÉ LA QUESTIONE RISCHIA DI RESTARE APERTA
Per l’avvocato Lo Faro, che assiste alcuni migranti coinvolti in tale vicenda e si era opposta all’estinzione di giudizio, la questione resta comunque aperta, quindi non è stata risolta, anche se il governo ha modificato il provvedimento, perché ci sono elementi che lo rendono non conforme alla Carta costituzionale e alla legislazione internazionale. Inoltre, come riportato dall’Ansa, ha spiegato che «non ci sono misure alternative diverse dalla esibizione del passaporto o altro documento equipollente e dalla garanzia economica».
Ciò rappresenta la lesione di un diritto dei richiedenti asilo per l’avvocato, che ha annunciato di aver fatto ricorso contro le convalide che ci sono state a Porto Empedocle, pertanto la Cassazione dovrà fare chiarezza sul caso. Peraltro, aveva presentato alla Corte europea alcune osservazioni, per le quali i giudici europei potrebbero rispondere, anche se si tratta di una circostanza rara.