Fa discutere “L’Urlo“, il film dello scrittore e regista Michelangelo Severgnini al Festival dei diritti umani di Napoli. Ma è stato boicottato dalle Ong, infatti alcuni rappresentanti dopo venti minuti hanno costretto gli organizzatori a bloccare tutto. Libero oggi pubblica alcuni stralci del libro da cui è tratto il film, che racconta come molti migranti siano trascinati dalla mafia africana in Libia e non vogliano salire sui barconi, anche perché le Ong li raggirano. Ad esempio, c’è Yahia, nordafricano che si trovava in Libia. “Ci sono altri modi per aiutarci, non solo il mare. La gente si è sbarazzata del sogno di venire in Europa. Vuole solo ritornarsene a casa. Perché non evacuate i migranti qui in Libia? Sono certo che conoscete i numeri dei migranti e la nazionalità. Li state ad aspettare in mare? Aspettate che attraversino?“. Per farlo servono circa 1.250 da consegnare ai trafficanti, per venire caricati sui gommoni, che potrebbero affondare prima di arrivare sulle cose italiane o potrebbero essere intercettati dalla guardia costiera libica, per finire in prigione e in alcuni casi morire.



C’è un giovane ghanese di Tripoli: “Da quello che posso vedere c’è una connessione tra le Ong e i trafficanti libici. Hai capito?“. Quando Michelangelo Severgnini gli chiede di essere più chiaro, lui risponde: “Voglio dire che non c’è modo che uno di questi gommoni parta senza che le Ong non ne siano a conoscenza. Ma anziché arrivare in Italia, la maggior parte di loro vengono intercettati dopo neanche un’ora. Subito dopo vengono ricondotti in Libia, le persone messe in prigione, torturate, picchiate e in seguito a tutto questo molti muoiono“.



“ONG NON INFORMANO MIGRANTI SU RISCHI REALI”

Quindi, ai migranti che muoiono in mare si aggiungono quelli che muoiono a terra. “Se le Ong sono in contatto con i trafficanti, bisogna dire loro che questo sistema deve finire. Mi appello alla mia gente e a tutti coloro che stanno ascoltando questo programma: bisogna fermare le traversate del mare. Non c’è ragione per rischiare la propria vita una volta in più in mare“, aggiunge il ghanese. L’autore è critico riguardo le Ong: “Usano i media per far arrivare ai migranti ciò che per loro è importante che si sappia. Non informano sui rischi reali. Fanno proclami trionfanti, come domatori di asini in un Paese dei balocchi dove attirano giovani sprovveduti“, scrive nel libro. L’autore, che punta il dito anche contro alcune politiche del centrodestra e ha lavorato per radio “antagoniste”, ha dovuto aspettare mezz’ora per veder calmare i rappresentanti delle Ong, ma la visione non è ripresa. Stando a quanto riportato da Libero, il presidente del Senato Ignazio La Russa domani mattina riceverà Michelangelo Severgnini nel suo ufficio del Senato per parlargli e approfondire la questione.

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