Dallo scorso 18 dicembre, quando è stato approvato in via definitiva il nuovo Decreto Sicurezza e Immigrazione il Governo Pd-M5s-LeU-Renzi ha dato via libera alla possibilità di entrare in Italia migranti per motivi ‘climatici’: protezione umanitaria, diritto d’asilo per chi fugge da guerre e carestie e ora anche protezione “climatica”. Lo spiega bene oggi Repubblica con un lungo focus sul chiarire chi sono i migranti “climatici” e cosa potrà cambiare nei prossimi mesi: «esercito di essere umani in fuga da catastrofi naturali, dalla perdita di territorio dovuta all’innalzamento del livello del mare, da siccità e desertificazione, da conflitti per l’accaparramento delle risorse idriche o energetiche».



Migliaia di persone partono verso l’Europa perché non hanno più da mangiare, da bere o non riescono più a coltivare la terra: secondo le stime fatte dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, entro il 2050 ci saranno nel mondo 200-250milioni di persone che emigreranno proprio per causa del cambiamento climatico.



COME FUNZIONA IL NUOVO DECRETO SICUREZZA SUL TEMA CLIMA

Il tema è dirimente e non può che sollevare ulteriori polemiche in una bagarre politica già piuttosto “esacerbata” nei toni sul tema immigrazione e sui Decreti Sicurezza ‘cambiati’ dal Governo Conte stravolgendoli completamente rispetto alla precedente ‘guida’ Salvini. I migranti climatici, ambientali, potranno essere dunque uno su 45 nell’intera popolazione mondiale ma al momento hanno il forte problema di essere riconosciuti e normati dalle leggi europee: «Con i nuovi decreti sicurezza, approvati lo scorso 18 dicembre, oltre ad essere stata reintrodotta la protezione umanitaria, è stato ridisegnato il permesso di soggiorno per calamità naturale», spiega Repubblica sottolineando il nodo ancora tutto da risolvere sul permesso di cittadinanza e soggiorno. Non si concederà dunque più solo per stato di calamità “eccezionale e contingente” nel Paese d’origine ma anche la semplice situazione “grave e non contingente” rientra nelle regole messe a punto dal Ministro Lamorgese. A commento del nuovo decreto, il deputato Pd relatore del Dl Sicurezza-Immigrazione Carmelo Miceli spiega «adeguamento dell’ordinamento necessario a tenere il passo con i mutamenti delle esigenze della popolazione mondiale. Dovremmo riconoscere sempre di più la questione climatica come un fenomeno geopoliticamente condizionante. Il tema, per esempio, della desertificazione nel Sahel è un tema con il quale ci stiamo già confrontando e ci confronteremo sempre di più».

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