Prosegue la stretta sull’immigrazione di Olaf Scholz: dalla Germania è partito un volo per rimpatriare 28 profughi afghani, diretto a Kabul. Il cancelliere tedesco aveva già annunciato qualche giorno prima un pacchetto di misure che avrebbe riguardato i migranti: una mossa pensata in seguito alla strage di una settimana fa a Solingen, dove un 26enne di origini siriane ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre otto. L’uomo aveva ricevuto un ordine di espulsione ma era comunque rimasto in Germania: per questo, secondo Scholz, è obbligatorio stringere ancor di più sull’immigrazione e soprattutto sui rimpatri.
Come spiega il Corriere, uno dei punti discussi dal Cancelliere è quello che riguarda la possibilità di espellere i migranti non regolari anche in Stati che vengono considerati “non sicuri”, ossia quelli che sono colpiti da guerre e da governi che non sono riconosciuti. L’aereo di 28 afghani, ad esempio, è partito con direzione Kabul, cosa che fino a qualche tempo fa non sarebbe stata possibile. Il volo, partito da Lipsia, comprendeva anche cinque migranti che però sono sfuggiti all’espulsione. Due, infatti, si sono resi irreperibili mentre altri tre sono stati bloccati dal giudice perché in carcere e ancora in attesa di terminare la pena.
Migranti afghani espulsi dalla Germania, Faeser: “Nessuno ha negoziato con i talebani”
Tra gli migranti afghani espulsi dalla Germania, con il volo partito da Lipsia e diretto a Kabul, c’è anche un sedicenne che è accusato della violenza di una bambina di undici anni. Un altro, come spiega il Corriere, ha ben 166 denunce all’attivo. Nancy Faeser, ministro dell’interno tedesco, ha spiegato che “nessuno ha negoziato con i talebani” nonostante il rimpatrio a Kabul. Non sarebbe stato dato loro alcun provento, come spiegato ancora dal ministro.
Il governo tedesco, in una nota ha sottolineato come gli interessi di sicurezza del Paese superino anche gli interessi “di protezione dei criminali e delle persone pericolose”. E ancora Faeser ha parlato della decisione di trasferire i 28 a Kabul come una “questione di sicurezza” per il Paese. Da Berlino, intanto, promettono che quello partito da Lipsia non sarà l’unico volo diretto a Kabul e non solo: Scholz starebbe pensando anche di reintrodurre la regola per la quale potrebbero dover tornare nel Paese in cui sono sbarcati, Italia compresa.