Basterà dichiararsi gay per evitare il rimpatrio? La domanda sorge spontanea dopo l’approvazione dell’emendamento voluto da Laura Boldrini, firmataria di questa iniziativa. In pratica, le espulsioni dei clandestini gay sono vietate: come ricostruito da La Verità, gli immigrati che potrebbero essere vittime di discriminazioni per l’identità di genere non possono essere rimpatriati. Da una settimana in commissione Affari costituzionali alla Camera è in discussione il nuovo decreto immigrazione che deve sostituire i decreti sicurezza di Matteo Salvini. Il primo risultato è l’approvazione appunto dell’emendamento del Pd che prevede l’abolizione del tetto per il cosiddetto decreto flussi. Il limite è stato tolto, così potenzialmente chiunque può venire da noi. Ciò nonostante, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ammetta che è aumentato il flusso migratorio: «Alla data del 15 novembre abbiamo circa 32.000 arrivi, di cui gran parte di nazionalità tunisina, pari al 38,7% del totale», ha dichiarato nei giorni scorsi la titolare del Viminale. Ieri però è stato approvato un altro emendamento, che ha come prima firmataria la Boldrini, che modifica la formulazione dell’articolo 19 del Testo unico sull’immigrazione, quello sui decreti di espulsione e respingimento.



MIGRANTI, APPROVATO EMENDAMENTO VOLUTO DA BOLDRINI

L’articolo in questione stabilisce che non si può disporre espulsione o respingimento di uno straniero oggetto di persecuzione per motivi di razza, sesso, lingua, cittadinanza, religione, opinioni politiche, condizioni personali o sociali. Il nuovo emendamento voluto da Laura Boldrini aggiunge le espressioni “orientamento sessuale” e “identità di genere” dopo la parola “sesso”, secondo quanto riportato da La Verità. Pertanto, i migranti che si dichiarano gay non potranno essere espulsi se sostengono di essere a rischio persecuzione nel Paese d’origine. La Boldrini però si contraddice. Dichiara infatti che qui da noi i gay sono in pericolo per l’escalation di violenze omofobe, per le quali servirebbe una nuova legge (e il ddl Zan è stato approvato dalla Camera), ma al tempo stesso considera l’Italia una nazione che tutela i migranti a rischio persecuzione. La cosa ancor più assurda è che l’ex presidente della Camera sia consapevole del rischio imbrogli e ritenga sufficienti i controlli che verranno predisposti: «C’è una commissione che valuta i casi sulla base della documentazione fornita e delle testimonianze che vengono fornite», le sue parole riportate da Libero. Ma quali documenti saranno sufficienti?

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