LA DENUNCIA INQUIETANTE DELLA ONG SULLA GUERRA IN YEMEN: “MIGRANTI ETIOPI UCCISI A MIGLIAIA”

«Ci sparano addosso come la pioggia»: secondo l’ultimo rapporto della ong Human Rights Watch sarebbero centinaia i migranti provenienti dall’Etiopia uccisi alla frontiera dello Yemen dalle guardie militari dell’Arabia Saudita. Nella guerra sanguinosa ormai in corso dal 2014 tra il governo – sostenuto dalla famiglia reale saudita filo-occidentale – e gli houthi ribelli, appoggiati dall’Iran – uno dei fenomeni più inquietanti e drammatici sono le fiumane di persone (per lo più etiopi, somali ed eritrei) che cercano un futuro “migliore” nei Paesi del Golfo Arabo. Una falsa speranza inculcata dai trafficanti di migranti e dalle organizzazioni criminali, “spezzata” ora da questo racconto choc in arrivo dalla ong internazionale.



Spari ed esplosivi per uccisioni di massa al confine dello Yemen: questo raccontano centinaia di migranti etiopi scampati alla mattanza che avrebbe operato la guardia saudita: secondo gli attivisti per i diritti umani tale rapporto potrebbe costituire una prova comprovata di crimine contro l’umanità commessi dall’Arabia. Mentre cercavano dopo un lungo viaggio irto di pericoli per il Medio Oriente e il Golfo, molti migranti etiopi avrebbero trovato la morte nel modo più inaccettabile: «Gli spari continuavano», ha raccontato alla Bbc il ventunenne Mustafa Soufia Mohammed, svelando come alcune persone nel suo gruppo di 45 migranti siano state uccise «mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine nel luglio dell’anno scorso».



COSA STA SUCCEDENDO AL CONFINE DELLO YEMEN

Per la 14enne Hamdiya, che ha attraversato il confine con altri 60 migranti lo scorso febbraio, «Ho visto persone uccise in un modo che non avrei mai immaginato. Ho visto 30 persone uccise sul posto», ha raccontato al “Guardian”: i risultati vengono definiti dalla ong come “osceni” e si candidano ad essere valutati attentamente dall’Onu nelle prossime settimane. «Potevo sentire le persone che dormivano intorno a me. Mi sono resa conto che quelle che pensavo fossero persone che dormivano intorno a me erano in realtà cadaveri. Mi sono svegliata ed ero sola», ha raccontato ancora la giovanissima etiope che si è salvata per miracolo dalla furia omicida delle guardie saudite.



Le guardie di frontiera avrebbero dunque ucciso almeno centinaia di migranti etiopi e richiedenti asilo che hanno tentato di attraversare il confine tra Yemen e Arabia Saudita in un lasso di tempo individuato tra marzo 2022 e giugno 2023: così il rapporto di Human Rights Watch che indica come purtroppo le esecuzioni non sono affatto terminate. Anziani, giovani, uomini, donne e bambini, nessuno escluso negli omicidi di massa commessi secondo le accuse dall’Arabia Saudita al confine con lo Yemen: «In alcuni casi, le guardie di frontiera saudite hanno prima chiesto ai sopravvissuti in quale parte del corpo preferissero essere colpiti, prima di sparargli a distanza ravvicinata. Le guardie di frontiera saudite hanno anche sparato armi esplosive contro i migranti che erano appena stati rilasciati dalla detenzione temporanea saudita e stavano tentando di fuggire verso lo Yemen», riporta ancora la denuncia di Hrw. Se è vero che ad oggi vivono e lavorano in Arabia circa 750mila etiopi è altrettanto vero che il flusso migratorio non si è arrestato con episodi di esecuzioni di massa che però emergono per la prima volta in modo così capillare e su larghi numeri. Mentre la guerra non accenna a diminuire in larghe regioni dello Yemen, la fuga dei migranti provenienti dal Corno d’Africa – scappati per le vi0lenze e soprusi dei Paesi d’origine – verso l’Arabia avviene ormai stabilmente viste le pessime condizioni a cui sono sottoposti tano sotto il governo yemenita quanto sotto le milizie Houthi. Addirittura nel 2021, Human Rights Watch aveva già documentato come decine di migranti, per lo più etiopi, siano «morti bruciati dopo che le forze Houthi hanno lanciato proiettili in un centro di detenzione per immigrati a Sana’a, che controllavano, provocando un incendio». Il viaggio della speranza verso l’Arabia però non ha portato gli effetti sperati dato che la spirale di violenza è emersa con orrore anche alla frontiera.