I numerosi migranti in Italia, per i quali dovrebbe essere applicato il cosiddetto Decreto Cutro, sembrano godere di una sorta di protezione da parte dei giudici italiani. Secondo quanto racconta il quotidiano Libero, infatti, sono sempre di più i casi di richiedenti asilo che, nonostante abbiano dei precedenti penali in Italia, oltre ad essere già stati espulsi una volta, vengono “liberati” in sede processuale, con i giudici che si appellano ad alcune leggi europee, annullandone l’espulsione.
In particolare, i migranti godrebbero della protezione di una direttiva europea, ovvero la 2008/115/CE, che norma le procedure per il “rimpatrio di cittadini di paesi tersi, il cui soggiorno è irregolare”, e di un pronunciamento del tribunale di Catania, con il beneplacito del Consiglio europeo, che ha definito “non compatibile con gli articoli 8 e 9 della direttiva 2013/33” la garanzia finanziaria da circa 5mila euro che i richiedenti asilo dovrebbero versare per la richiesta di supporto internazionale e per il pagamento dell’eventuale rimpatrio o dell’alloggio per non finire in un Cpr. Insomma, grazie a questi due espedienti, sono sempre di più i migranti in attesa di espulsione che vengono lasciati liberi dai giudici, entrando in un circolo di accoglienza “obbligatoria”, seppur in molti casi non abbiano veramente bisogno d’asilo.
I quattro migranti tunisini graziati dai giudici
Per spiegare meglio il punto, Libero analizza anche gli ultimi quattro casi di migranti liberati nonostante non abbiano bisogno di asilo. Il primo sarebbe un 23enne tunisino, come gli altri tre, che ha lamentato di avere problemi “con i familiari della sua ragazza” morta durante un’altra traversata del mediterraneo, che “volevano ucciderlo ritenendolo responsabile del decesso di quest’ultima”, ma che sarebbe anche stato “già in passato destinatario di provvedimento d’espulsione”.
Tra i migranti recentemente graziati, spicca anche il 21enne “perseguitato per caratteristiche fisiche che i cercatori d’oro del suo Paese ritengono favorevoli nello svolgimento della loto attività” e che sarebbe senza documenti “perché, nella fuga, non aveva potuto prelevarli dall’abitazione”, ma che anche lui in passato era stato “destinatario di un provvedimento di espulsione”. Il terzo, invece, è un 38enne scappato dalla Tunisia a causa della mancanza di cure ospedaliere che hanno portato la moglie a perdere tre figli, anche lui purtroppo noto alle forze dell’ordine per via di una condanna per furto aggravato. L’ultimo tra i quattro migranti tunisini liberati è un 27enne scappato “dai creditori”, ma fortunatamente senza precedenti sul territorio italiano.