«Lo Stato di primo contatto non può che identificarsi in quello della nave che ha provveduto al salvataggio», scrivono i giudici del Tribunale dei Ministri, e l’ex Ministro Fontana commenta subito così su Twitter «Queste sono parole di BUONSENSO!». È la sensazione generale di tutta la Lega che accoglie ovviamente positivamente lo “scagionamento” di Matteo Salvini e la contemporanea riaffermazione della linea dura su Ong e migranti del Carroccio. «Nonostante in alcuni casi le coste del Paese di riferimento della nave siano lontane, la normativa non offre soluzioni precettive idonee ai fini di un intervento efficace volto alla tutela della sicurezza dei migranti», scrivono ancora i giudici del Tribunale che avevano in carico pendente l’ex Ministro degli Interni. Secondo commento di Salvini dopo l’archiviazione è di sfida agli altri giudici, «Ora sono curioso di vedere a questo punto cosa decideranno le altre procure»; secondo Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera però la vittoria al Tribunale dei Ministri non significa la certa affermazione di Salvini anche con le altre indagini a suo carico sempre per gli “stop” alla navi Ong negli scorsi mesi. (agg. di Niccolò Magnani)



TRIBUNALE MINISTRI ARCHIVIA SALVINI

Migranti, Matteo Salvini “ha ragione”: il Tribunale dei ministri ha scagionato l’ex ministro dell’Interno, archiviando le accuse di omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio mosse nei suoi confronti per aver negato lo sbarco della Alan Kurdi (Ong Sea Eye) nell’aprile scorso. Come riporta il Corriere della Sera, i giudici Maurizio Silvestri, Marcella Trovato e Chiara Gallo hanno affermato che la responsabilità di assegnare un porto sicuro alle navi con a bordo migranti soccorsi in mare spetta allo Stato di primo contatto, che «non può che identificarsi in quello della nave che ha provveduto al salvataggio». Dunque, tornando al caso dell’Ong Sea Eye, battente bandiera tedesca, la nave deve rivolgersi alla Germania per ottenere l’approdo. «L’assenza di norme di portata precettiva chiara applicabili alla vicenda non consente di individuare, con riferimento all’ipotizzato, indebito rifiuto di indicazione del Pos (Place of safety), precisi obblighi di legge violati dagli indagati, e di conseguenza di ricondurre i loro comportamenti a fattispecie di rilevanza penale», hanno spiegato i giudici.



MIGRANTI, SALVINI “SCAGIONATO” DAI GIUDICI

Le motivazioni della sentenza giunta il 21 novembre 2019 danno dunque ragione al segretario federale della Lega, che su Facebook ha commentato così: «”Lo Stato di primo contatto non può che identificarsi in quello della nave che ha provveduto al salvataggio”. Germania se batte bandiera tedesca, Norvegia se batte bandiera norvegese, ecc. Finalmente un po’ di BUONSENSO». Il tribunale dei ministri ha inoltre evidenziato che qualora le coste del Paese di primo contatto fossero troppo lontane, la normativa «non offre soluzioni percettive idonee ai fini di un intervento efficace volto alla tutela della sicurezza dei migranti in pericolo». Un problema di legislazione, dunque, con la palla che passa necessariamente agli Stati interessati. Il Corriere della Sera mette in risalto che difficilmente verrà posta la parola fine a denunce e inchieste.

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