Il governo italiano punta il dito contro Malta in merito alla gestione dei migranti. Dopo quanto documentato già da Avvenire e dal Guardian, il viceministro degli esteri in quota Dem, Marina Sereni, ha accusato i vicini maltesi di alcune ‘negligenze’: “Sulla base – le parole della stessa Sereni in audizione in Commissione Esteri, riportate da IlGiornale.it – di un’interpretazione molto restrittiva dei principi ispiratori della normativi”. Stando a quanto spiegato dall’esponente dell’esecutivo, La Valletta avrebbe istituito una zona Sar troppo vasta, addirittura sovrapposta a quella italiana: “nella parte a Nord e a Ovest si sovrappone alla zona SAR italiana – ha proseguito la Sereni – coprendo addirittura le isole di Lampedusa e Lampione e le acque territoriali circostanti”. La stessa politica Dem ha poi ricordato come Malta sia l’unico paese di quelli che aderisco alla Convenzione sulla Ricerca e il Soccorso in Mare di Amburgo del 1979, a non aver ancora recepito gli emendamenti del 2004. La Valletta sostiene che “lo sbarco dei naufraghi debba avvenire nel porto ‘più vicino’ al luogo di soccorso”. Per il governo questo atteggiamento non è purtroppo nuovo: “La condotta delle autorità maltesi in questa circostanza è in linea con un atteggiamento purtroppo non nuovo. Le autorità de La Valletta si sono spesso sottratte agli obblighi previsti dalle Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare”.



MIGRANTI, ACCUSE A MALTA E LA RICHIESTA DI MAGGIORE COLLABORAZIONE

“Inoltre Malta – ha proseguito ancora il viceministro – per prassi, considera l’esistenza di una situazione di emergenza in mare solo nei casi in cui un’imbarcazione sia effettivamente in imminente rischio di naufragio, e solo se abbia avanzato esplicita richiesta di soccorso”. Il governo maltese non sembra comunque intenzionato a modificare la propria accoglienza, e sempre IlGiornale riferisce di come l’attuale primo ministro Robert Abela, abbia dichiarato “l’indisponibilità per il futuro ad accoglierne altri (migranti ndr) senza un preliminare accordo sulla condivisione degli sforzi”. La Sereni ha aggiunto che l’Italia si sta impegnando affinchè il problema migratorio sia “affrontato con un salto di qualità che richiede a ogni Stato membro il proprio contributo, indipendentemente dalla collocazione geografica”, promettendo che il governo lavorerà affinché “la specificità degli sbarchi a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare sia pienamente riconosciuta, e siano adottati codici di condotta comuni per la loro gestione”. Un invito con una nota formale a La Valletta ad una maggiore collaborazione.

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