Pre Consiglio dei ministri di fuoco: Governo al lavoro per raggiungere una sintesi sul decreto Rilancio, ma restano ancora numerosi i temi di scontro all’interno della maggioranza. Il dossier più rovente è sicuramente quello sui migranti. Pochi minuti fa, fonti del Viminale hanno reso noto che è stato stilato il testo frutto dell’accordo di domenica.
«Il testo concordato del provvedimento sull’emersione del lavoro in agricoltura e nel settore del lavoro domestico è pronto; ed è il frutto della sintesi raggiunta domenica tra le forze di maggioranza e il governo per rispondere alle esigenze di sicurezza, anche sanitaria, e alle pressanti richieste del mondo produttivo e delle famiglie italiane», quanto riporta Adnkronos. Ma l’accordo non è dietro l’angolo, anzi: come evidenziato dai colleghi di Sky Tg 24, il Movimento 5 Stelle sta provando a cambiare alcuni dettagli nel summit in corso in questi minuti. Resta dunque da capire se verrà raggiunta la fumata bianca prima del Consiglio dei ministri o se la trattativa proseguirà ad oltranza, rischiando così di aprire una crisi di Governo. Attese novità a stretto giro di posta… (Aggiornamento di MB)
MIGRANTI, CAOS GOVERNO SU DL RILANCIO
«Accordo politico» nel governo «su vari temi e misure» del Dl Rilancio. Così aveva parlato il premier Giuseppe Conte attraverso un comunicato ufficiale trasmesso da Palazzo Chigi. Eppure, sul tema dei migranti le tensioni permangono all’interno della maggioranza. Lo dimostrano le parole di Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle. «Resta fermo che sul punto non arretreremo di un millimetro», ha scritto in un post. Il riferimento è all’ultima bozza di cui ha preso visione ieri era e che «riporta ancora la sanatoria dei reati penali e amministrativi per chi denuncia un rapporto di lavoro irregolare». Il dl Rilancio, così come è stato chiamato il decreto aprile che poi è diventato maggio, ancora non va bene per i pentastellati. «L’auspicio di trovare una soluzione positiva rimane, continuiamo a lavorare con spirito collaborativo per questo obiettivo», assicura Crimi. Il post pubblicato però stride con quel clima di armonia che la nota di Palazzo Chigi voleva trasmettere e che nei fatti non sembra esserci.
MIGRANTI, NIENTE ACCORDO: DL RILANCIO RISCHIA NUOVO RINVIO
«Chi ha sfruttato le persone e ha drogato i mercati usando manodopera in nero a basso costo eludendo contributi e tasse, non può farla franca», ha aggiunto Vito Crimi. Mentre il Dl Rilancio cambia nome, stenta a vedere la luce. I motivi sono anche politici, visto che lo scontro sui migranti vede in campo anche il presidente del Consiglio, il quale è favorevole alla regolarizzazione, mentre il Movimento 5 Stelle è contrario. In parte per una questione di “principio”, ma anche per la difficoltà nel trovare le coperture. Ieri il preconsiglio è terminato a tarda notte, all’una e mezzo circa, mentre il Consiglio dei ministri dovrebbe avvenire in serata, ma non è stato ancora convocato, motivo per il quale il condizionale è d’obbligo. Non si esclude neppure uno slittamento a domani, perché la questione della regolarizzazione dei migranti è una questione “esplosiva”. È il nodo su cui, riporta Repubblica, si sta consumando da giorni lo scontro tra Italia Viva e M5s. Ci sarebbero divisioni anche all’interno dello stesso Movimento sulla regolarizzazione dei migranti: l’ala destra è infatti sulle barricate.
MIGRANTI, GOVERNO SI “SPACCA”: CRIMI AVVERTE CONTE
«Regolarizzare per un periodo determinato migranti che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto più in questa fase di emergenza sanitaria», ha dichiarato il premier Giuseppe Conte. Ma è arrivato poi il commento di Vito Crimi, secondo cui il Dl Rilancio «così non va». Eppure, nelle ultime ore le distanze sembravano essersi ridotte, soprattutto dopo alcune modifiche. La battaglia però non riguarda solo lo scudo penale, ma anche la platea dei beneficiari. Nella versione originaria sono 5-600mila, con i paletti del Movimento 5 Stelle sarebbero molti meno. E si torna dunque al punto di partenza, con quell’accordo di governo siglato nella notte che però è saltato. Lo ha contestato apertamente il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, che è stato il più intransigente nel porre il veto.