MIGRANTI, IL POSSIBILE PIANO ANTI-ONG DEL GOVERNO MELONI

L’attesa è tutta per il Consiglio Europeo dei Ministri degli Esteri domani e soprattutto per il G20 in settimana a Bali: i possibili contatti tra Italia e Francia diranno molto di come si potrà uscire dalla crisi diplomatica sul tema migranti e soprattuto per come affrontare l’emergenza immigrazione in ambito europeo. Secondo quanto raccolto nelle ultime ore sul fronte Viminale, il Governo Meloni starebbe pensando alcune soluzioni – come anticipato dalla stessa Presidente del Consiglio venerdì in conferenza stampa – per il contrasto ai flussi migratori “decisi” dalle navi Ong in giro per il Mediterraneo. Il “Messaggero” parla addirittura di “Modello Turchia” per valutare la possibilità di organizzare i flussi già direttamente in Nord Africa, ma è dall’ANSA che emergono dettagli interessanti su quanto starebbe organizzando il Ministero degli Interni a stretto giro nei prossimi giorni. L’ipotesi è di una “stretta” sulle Ong sulla scia di quanto messo in campo a suo tempo dai “Decreti Sicurezza” dell’ex Ministro Salvini (Governo Conte-1):



– un decreto interministeriale – firmato dai ministeri di Interno, Difesa e Infrastrutture – che intima alle navi Ong di lasciare i porti italiani non appena fatte sbarcare i migranti considerati “fragili”
– Multe possibili da 10mila a 50mila euro per le imbarcazioni umanitarie giunti ai porti italiani
– possibile confisca delle navi
– divieto ingresso per “motivi di sicurezza” nei porti per le navi cariche di migranti



Sono queste ovviamente tutte ipotesi allo studio, anche perché si vorrebbe evitare la riproposizione di nuovi decreti già in parte contestati dal Quirinale a suo tempo: «Stretta in vista, multe sequestri e più controlli. Il governo pronto al pugno duro sugli sbarchi» ha twittato il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini chiamando in causa possibili prossimi interventi, esclusi però sul fronte “Decreti legge” dallo stesso titolare del Viminale, Matteo Piantedosi.

DAL PIANO DEL VIMINALE ALLA PROPOSTA IN UE: È ANCORA EMERGENZA MIGRANTI

Dal Viminale a Bruxelles, sono queste le “aree” dove nelle prossime settimane il Governo Meloni si attende novità importanti sul fronte emergenza migranti. Mentre infatti in Italia l’esecutivo pensa a provvedimenti utili ad evitare che la lunga lista di navi Ong nel Mediterraneo (Geo Barents, Humanity 1, Ocean Viking, Nadir, Open Arms, Sea Watch 5) possano riproporre i “casi” degli scorsi giorni, così come lo scontro diplomatico con i partner europei. Anche per questo motivo ieri è stata firmata una nota congiunta Italia-Malta-Cipro-Grecia per esprimere tutte le perplessità dei 4 Paesi sul Mediterraneo per i meccanismi solo “volontari” sui ricollocamenti in ambito europeo. «Abbiamo posto un problema politico, il problema dell’immigrazione ci tocca in modo particolare. Noi continuiamo ad accoglierli con solidarietà ma il tema va affrontato oggi. Serve una strategia europea, l’Italia non può essere l’unico luogo di arrivo dei migranti», ha spiegato oggi pomeriggio il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Mezz’ora in più su Rai 3.



Per il vicepremier, che domani parteciperà al Consiglio Esteri Ue, il piano da organizzare non può che essere comunitario (come ribadito anche dalla Premier Meloni rispondendo alle “minacce” arrivate dal Governo francese): «Noi sul tema migranti abbiamo posto un problema politico, non volevamo creare alcuna polemica. Da parte della Francia c’è stata una reazione sproporzionata, anche per questioni loro di politica interna. Vogliamo un’azione europea più forte, perché i settemila chilometri di costa italiana sono la frontiera Sud dell’Europa. Anche Manfred Weber, il presidente del Ppe, ci ha dato ragione», spiega Tajani al “Corriere della Sera”. Sempre per il Ministro degli Esteri, è l’Europa che deve lanciare un piano ad hoc sui migranti e non l’Italia: «Serve una scelta condivisa sul ricollocamento. Noi porremo il tema immigrazione con grande serenità e determinazione, perché il problema va avanti da anni e dobbiamo assolutamente risolverlo. Chiederò quale accordo dice che quelli italiani sono i porti dove devono sbarcare tutti i migranti. Non mi risulta che esista».