Nell’ottica della lotta contro i migranti irregolari, la premier Giorgia Meloni ha intenzione di presentare un documento in 7 punti per sostenere lo sviluppo dell’Africa in sede dell’Assemblea generale dell’ONU che si sta tenendo in questi giorni a New York. In linea di massima il progetto è quello di avvalersi dei fondi ONU per avviare un’ampia e lunga missione africana, che dovrebbe durare per diversi anni ma portare ad una completa e definitiva soluzione al problema dei migranti. I sette punti sono già in parte stati anticipati e partiranno da un partenariato tra gli stati africani e l’ONU, con l’ausilio degli stati di frontiera, arrivando fino ad una campagna di formazione per i giornalisti africani.
I sette punti del governo italiano contro i migranti
Quello che il governo italiano chiede all’ONU per frenare i migranti è “un approccio nuovo, più concentrato e globale“, ma anche multilaterale con il prioritario obiettivo di “stabilizzare l’Africa”. Per mantenere alta l’attenzione sulla crisi dell’immigrazione, la premier promette, nel suo documento stilato assieme ad Antonio Tajani, che il prossimo G7, che dovrebbe tenersi in Puglia, sarà completamente dedicato al continente africano e al suo corretto e rapido sviluppo, tanto economico quanto sociale.
Il secondo punto del piano contro i migranti irregolari è quello di avviare “azioni urgenti” per sostenere il Sahel, epicentro delle migrazioni, con “una partnership operativa tra le forze armate e di polizia per la creazione di centri sotto egida ONU per le migrazioni”. Si tratterebbe di “strutture provvisorie” al fine di ospitare i richiedenti asilo per il tempo necessario alla verifica della richiesta. Per arginare, invece, il problema principale dei trafficanti di migranti si propone “una partnership operativa tra le forze dell’ordine“. Infine, il piano in sette punti del governo italiano prevederà anche “nuove campagne di comunicazione” a spese dell’ONU, rivolte ai giornalisti africani per diffondere le informazioni sui rischi dei viaggi illegali per mare. A livello economico, invece, l’Italia chiede all’ONU di favorire accordi per la crescita, anche e soprattutto grazie alle energie rinnovabili, nel caso fosse necessario con “partenariati pubblico-privati”.