I migranti illegali che arrivano nell’Ue dalla Bielorussia sono sempre più numerosi. La crisi è iniziata nel 2021, quando il presidente Aljaksandr Lukashenko ha innescato le partenze. Solo tra luglio 2022 e marzo 2023, la Polizia federale della Germania ha registrato l’ingresso clandestino di 8.687 persone. Anche la Polonia ha numeri simili.



“Apparentemente, circa la metà delle persone che entrano illegalmente attraverso il confine tedesco-polacco ogni mese arrivano nell’Ue attraverso la Bielorussia“, ha affermato Andrea Lindholz di Unione Cristiano-Sociale in Baviera ai microfoni di WELT. In uno stato autocratico come quello in questione, non sembrerebbe di certo una coincidenza che ci siano valichi di frontiera di questa portata. “È ovvio che questi ingressi clandestini facciano parte di una strategia per destabilizzare l’Ue”. La rotta bielorussa aveva d’altronde già sollevato delle preoccupazioni in tutto il territorio europeo nel 2021, ovvero all’inizio della crisi. In quel periodo, al confine con la Polonia, si svolgevano alcune scene di grande drammaticità, con migliaia di migranti che venivano catturati e riportati in patria.



Migranti illegali da Bielorussia a Ue: è un piano di Lukashenko?

Con l’inizio della guerra in Ucraina, la situazione relativa ai migranti illegali che si spostano dalla Bielorussia all’Ue ha assunto anche un ruolo più preoccupante. Secondo Jakob Wöllenstein, che dirige l’ufficio estero della Fondazione Konrad-Adenauer affiliata alla CDU per il Paese di Aljaksandr Lukashenko, molti dei migranti in arrivo hanno con sé anche nuovi visti russi. “Questo da solo non prova che lo Stato di Vladimir Putin stia deliberatamente portando persone nel paese come migranti in transito nell’Ue. Ma la leadership russa sa che la questione della migrazione nell’Ue rappresenta una spaccatura molto importante in questo momento storico”, ha affermato.



Potrebbe essere per questo motivo che in Bielorussia non viene fatto nulla per impedire alle persone di effettuare il loro viaggio verso l’Ue. Ci sono state persino delle ripetute segnalazioni dal Paese secondo cui le persone sono minacciate di violenza se vogliono tornare dopo aver fallito l’attraversamento del confine. “Alcuni di loro spesso rimangono nella terra di nessuno tra le recinzioni di confine per giorni”, ha rivelato Alexander Moisseenko dell’associazione Razam.