Il problema dell’immigrazione in Europa è di grande attualità, in Francia è acceso il dibattito politico in merito alla probabile introduzione di nuove norme che facciano da “scudo” contro gli ingressi illegali. Sul quotidiano Le Parisien si discute in un articolo del “modello danese“, paese che più di tutti tra gli altri scandinavi ha scelto di adottare la linea dura di politica anti migranti. Le leggi in vigore in Danimarca spesso vengono portate come esempio dai politici per elogiarne i risultati, ma molti si chiedono se questo schema sia davvero vincente sul piano pratico o più solo sul piano dell’ideologia. Il blocco degli ingressi e il limite ai visti, così come la negazione delle richieste di asilo può essere davvero esportabile? Secondo molti esperti, la risposta è no.
Soprattutto in Francia, dove, nonostante l’emergenza integrazione che spesso ha creato problemi sociali, c’è comunque da sempre una ideologia dell’accoglienza che è ben differente da quella portata avanti dal governo danese. Il politico francese Olivier Veran, ex ministro della salute, commenta “Il modello sociale deve essere sostenibile, non è possibile applicare da noi le stesse misure adottate in Scandinavia” e aggiunge “Non abbiamo la stessa cultura“.
Migranti, come funziona il modello danese
In Danimarca, la sinistra al governo ha fatto della politica restrittiva sull’immigrazione uno dei principali punti di forza. Tanto da arrivare a misure considerate “estreme” da molti altri paesi europei. Questo è stato possibile soprattutto grazie alla concessione di una certa autonomia sul piano giuridico. Pertanto attualmente gli ingressi con visti per lavoro sono limitati soltanto ai migranti che soddisfano i requisiti richiesti. Mentre quelli permanenti sono subordinati al superamento di test avanzati di conoscenza della cultura e della lingua danese.
Ne consegue che la maggior parte dei cittadini stranieri si ritrova in una condizione precaria, a causa della quale rischia in ogni momento di essere rispedito nel paese di origine. Anche le richieste di asilo sono limitate, e la domanda viene immediatamente respinta se una persona ha riportato condanne penali o se ha avuto multe superiori a 400 euro. Ci sono poi gli aspetti più controversi, ad esempio una norma che permette la requisizione di gioielli e nel caso il migrante non abbia i soldi necessari al mantenimento fino all’accoglimento della richiesta di asilo. O la demolizione dei quartieri “ghetto” che prevede ora una sorta di integrazione forzata, con una percentuale obbligatoria di residenti “non occidentali” sparsi nelle varie zone delle città.