LA DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI ITALIA, MALTA, CIPRO E GRECIA SUI MIGRANTI
«È increscioso e deludente il mancato rispetto degli accordi sulla ricollocazione dei migranti»: lo dicono in una dichiarazione congiunta i Ministri degli Interni di Italia, Malta, Cipro e del Ministro della Migrazione in Grecia. Una nota diretta all’Europa in risposta alle parole durissime della Francia contro il Governo italiano sul tema della Ocean Viking e più in generale sul ricollocamento dei migranti nei meccanismi (volontari) vigenti in Ue. Già venerdì in conferenza stampa la Premier Giorgia Meloni aveva sottolineato l’importanza di trovare una soluzione condivisa e comunitaria sul tema immigrazione, respingendo le accuse di “disumanità” dell’Italia visto i numeri dell’accoglienza in maniera spropositatamente differente tra i Paesi sul Mediterraneo e gli altri europei: con questa nota alle istanze dell’Italia si aggiungono anche Grecia, Malta e Cipro, direttamente coinvolte nel sistema di approdo europeo dei migliaia di migranti che ogni anni giungono sul suolo Ue.
«L’Italia, la Grecia, Malta e Cipro, in quanto Paesi di primo ingresso in Europa, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale ed orientale, si trovano a sostenere l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, nel pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali e delle norme dell’UE.
Abbiamo sempre sostenuto con forza la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, e che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri», si legge nella lunga nota diffusa dal Viminale. Viene citato l’accordo dello scorso 10 giugno su meccanismo di relocation temporaneo e volontario, contestando il rifiuto di Bruxelles di porre il tema della ricollocazione obbligatoria: «Purtroppo, il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno. Inoltre, a tutt’oggi il meccanismo si è dimostrato lento nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato di alleviare quell’onere a cui tutti noi, come Stati membri di prima linea, siamo costantemente esposti, in quanto finora solo un esiguo numero di relocation è stato effettuato».
LE REPLICHE ALLA NOTA DEI 4 PAESI: SPAGNA, FRANCIA E… UNIONE EUROPEA
In questo senso, Italia con Cipro, Grecia e Malta definisce «increscioso e deludente», l’atteggiamento europeo sul tema migranti: «soprattutto in questo momento in cui i nostri Paesi devono affrontare sempre più frequentemente una pressione migratoria che sta mettendo a dura prova il nostro sistema di asilo e di accoglienza». Nella parte conclusiva della dichiarazione congiunta, i 4 Paesi europei chiedono «In attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente, non possiamo sottoscrivere l’idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti». Ad essere contestato è il criterio usato dalle navi Ong nel Mediterraneo: «il modus operandi di queste navi private non è in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue, che dovrebbe essere rispettata. Ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera».
Per questo motivo, conclude la nota, nel pieno rispetto delle competenze degli Stati costieri in conformità con il diritto internazionale, «riteniamo urgente e necessaria una discussione seria su come coordinare meglio queste operazioni nel Mediterraneo, anche garantendo che tutte queste navi private rispettino le pertinenti convenzioni internazionali e le altre norme applicabili, e che tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali. Chiediamo alla Commissione Europea e alla Presidenza di adottare le misure necessarie per avviare tale discussione». Tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono due gli Stati che si “sfilano” dalla critica lanciata da Italia, Grecia, Malta e Cipro: una, la Francia, come già visto nella durissima reprimenda lanciata contro il Governo Meloni; l’altra è invece la Spagna che si “sfila” dalla nota congiunta sui migranti. «Madrid non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche», spiega un portavoce del ministero dell’Interno spagnolo all’ANSA. Sempre dalla Spagna si condivide la necessità di istituire un meccanismo per un’equa distribuzione delle responsabilità tra i Paesi dell’Ue in materia di migrazioni, eppure «non può però sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche». Lunedì il Consiglio dei ministri Esteri Ue porrà un primo step di discussione sui migranti da ricollocare, che sarà poi messa a punto con ogni probabilità in un Consiglio Europeo ad hoc convocato sul tema migranti a fine novembre.