Nella giornata di martedì si è verificato un nuovo naufragio di migranti, al largo delle coste della Libia. Stando a quanto comunicato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni e dall’agenzia ONU per i rifugiati, sarebbero morte 43 persone, ennesima strage nel mar Mediterraneo, nonché la prima del 2021. “E’ il primo naufragio – si legge nella nota delle due organizzazioni – del 2021 nel Mediterraneo centrale”.



L’Oim e l’Unhcr hanno ricordato come la rotta del Mediterraneo centrale, quella di solito “battuta” dai migranti, sia considerata la più pericolosa al mondo, e nel 2020 sono state centinaia le persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversarla. A bordo della barca ribaltatasi nella notte vi erano 53 persone (10 sono sopravvissute e sono state recuperate dalla guardia costiera), e la strage si è verificata di fronte alle coste libiche di Zuara.



MIGRANTI, NAUFRAGIO IN LIBIA: 43 MORTI. A LAMPEDUSA 30 SBARCHI

Alarm Phone, il servizio di soccorso rivolto ai poveretti che necessitano di aiuto immediato in mare, aveva documentato la cronaca dei tristi eventi, e in seguito l’Ong Sea Watch, attraverso Twitter, aveva fatto sapere che i 10 migranti sopravvissuti ”sono stati tutti riportati nell’inferno della Libia da cui fuggivano”. Il gommone naufragato era partito nelle prime ore del mattino di ieri da Zauia e trasportava migranti provenienti dall’Africa, leggasi Costa d’Avorio, Nigeria, Ghana e Gambia, la maggior parte, come detto sopra, deceduti in mare. I 53 migranti avevano approfittato di una “finestra” di bel tempo dopo giorni di burrasca, ma evidentemente qualcosa deve essere andato storto, complice anche le “carrette” che vengono utilizzate per attraversare il Mar Mediterraneo. «Siamo tristi e arrabbiati. Unione europea, smetti di uccidere le persone con le tue frontiere», ha twittato Alarm Phone dopo la notizia del naufragio. Nelle ultime 18 ore a Lampedusa, presso l’hotspot di Contrada Imbriacola, sono sbarcate più di 30 persone, tutti tunisini giunti su due piccole imbarcazioni e tutti sottoposti al test rapido anti-covid e alle procedure di identificazione.

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